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giovedì 31 marzo 2011

Qualche informazione sulle allergie..



Le allergie rendono manifesta la risposta dell'organismo ai cambiamenti importanti e ai pericoli che incontriamo. La cura, quella vera, deve riportare all'equilibrio e alla tolleranza immunologica.
Quale è la normalità? Studi sempre più numerosi cercano di capire perché e come si diventa allergici. 
Il nostro organismo incontra di continuo un numero incredibile di sostanze allergizzanti attraverso l'alimentazione, il respiro e il contatto con la pelle, ma le elabora subito. Attraverso un percorso attivo e ben definito impara a tollerare queste sostanze, a sfruttarle se serve (come avviene con il cibo), a non subirne danno.
La tolleranza immunologica è il processo con cui ognuno di noi, pur essendo “allergico” a tutto non esprime allergie, cioè non ha asma, dermatite, rinite o qualsivoglia altro disturbo.
Lo scorso marzo l'olandese B.N. Lambrecht ha pubblicato un lavoro sulle cellule dendritiche, che svolgono uno dei compiti più importanti nella nascita e nella regolazione dei fenomeni allergici.
Incontrano le sostanze allergizzanti, le segnalano alle strutture centrali, e insieme attivano cellule e sostanze immunologiche che impediscono la reazione allergica grazie ad un equilibrio globale del sistema.
In particolari condizioni però questa regolazione salta, e anziché ottenere la normale tolleranza, si sviluppano le note reazioni allergiche. Le condizioni in cui questo avviene ci aiutano a capire il significato dell'allergia:
  • presenza di infiammazione elevata
  • infezioni virali o batteriche contemporanee
  • presenza di tossici ambientali (ad esempio il mercurio)
  • aumento della permeabilità intestinale dovuta ad iper-uso di antibiotici 
  • aumento di stress vitale come già spiegato dalla Levi Montalcini
  • assenza di alcuni minerali fondamentali come lo Zinco e il Rame
Questo ci riporta alle possibili cause che mantengono un'infiammazione cronica, come le intolleranze alimentari che segnalano un uso eccessivo delle stesse sostanze, il tipo di alimentazione che favorisce l'obesità, l'assenza di attività fisica e l'assenza di sostanze vitali dall'alimentazione.
È lungo spiegare come l'uomo sia evoluto con lentezza nel corso di centinaia di migliaia di anni, ma è intuitivo capire che l'accelerazione di sviluppo di questi ultimi 50 anni che ha portato alla presenza di farmaci presenza di farmaci, sostanze chimiche, tossici, prodotti OGM, e alimenti e cibi con caratteristiche profondamente diverse dalle originali, ha fatto sì che venisse sicuramente superata la capacità di adattamento del nostro organismo.
Fortunatamente esiste un livello di soglia e di adattabilità che ci consente di sopravvivere, ma spesso superiamo questo livello e allora davvero l'allergia è un segnale importante per l'organismo che ognuno deve sapere interpretare.

I pollini non hanno le zanne 

Le condizioni che favoriscono la perdita della tolleranza esprimono l'esistenza di un forte cambiamento e di uno stato di pericolo per l'organismo.
Ogni essere umano è infatti in grado di adattarsi (e l'evoluzione in questo lo ha premiato) ma il cambiamento è sempre un possibile rischio; l'allergia nella storia dell'individuo e degli uomini è diventata un "segnale" che avverte di questa possibilità.
I pollini non sono esplosivi, e lo stesso polline che manda una persona al Pronto Soccorso non provoca alcun tipo di danno ad un'altra. Dipende quindi sempre da un equilibrio interno, e sappiamo ormai che un'allergia apparentemente limitata al naso (la classica rinite stagionale) coinvolge invece l'intero sistema immunologico di un individuo.
Questi temi sono stati di recente sviluppati da importanti studiosi come Polly Matzinger (“la teoria del pericolo”) e Margy Profet (“niente contro cui starnutire...”) con ricerche scientifiche che coinvolgono evoluzione, immunologia, epidemiologia, neurologia e filosofia, alle quali dedicheremo prossimamente approfondimenti specifici.

La cura: comportamenti e tolleranza contro farmaci utili ma incompleti!
Se è vero che l'allergia è il segnale della mancata tolleranza, deve essere curata aiutando l'organismo a recuperare tolleranza immunologica. E cambiando i nostri comportamenti dopo aver compreso dove, nella nostra vita, nascono le percezioni di pericolo (come appunto le descrive la Montalcini).
Recuperare la tolleranza immunologica, in particolare con i vaccini a bassa dose, è possibile (vedi gli esempi della rinite cronica e delle rinocongiuntiviti stagionali), ed esistono anche numerose forme terapeutiche ecologiche e naturali. 
L'uso dei farmaci chimici classici (cortisonici, antistaminici, spray inalatori, beta stimolanti), che per fortuna abbiamo a disposizione, va integrato in un progetto di guarigione globale. Sono efficaci (con l'eccezione degli antileucotrieni) e utilissimi per trattare alcuni fatti acuti, ma si tratta di farmaci sintomatici. Usiamoli se sono necessari, ma solo come supporto temporaneo.
La vera azione terapeutica deve partire dalla riflessione sui comportamenti individuali alimentari e vitali. Dobbiamo curare le allergie capendo che sono il segnale di un disturbo che, lasciato a se stesso, porterà a problemi anche più gravi.
Una sana modalità di alimentazione e il cambio di alcuni comportamenti, nel rispetto della individualità, contribuiscono non solo a curare le allergie, ma anche il diabete, la depressione, l'Alzheimer, l'osteoporosi alcune malattie demielinizzanti e il cancro. 
Cercare il riequilibrio individuale rappresenta infatti una strada di salute globale e di prevenzione importante.
Recuperare la tolleranza, immunologica, umana e sociale è in realtà un augurio di salute per tutti. 

(Tratto da Eurosalus)

Oggi per pranzo: Cocottes di Carote

Ingredienti per 4 persone:
400 g di carote
4 uova
70 g di burro
50 g di parmiggiano grattuggiato
sale e pepe

Per servire:
pan carrè o pane rustico


Pulire e sbollentare le carote per 5 minuti in acqua salata. Tagliarle a rondelle e rosolarle con 50 g di burro per altri 5 minuti. Pepare.
Disporre le carote in quattro contenitori individuali formando un letto leggermente incavato al centro. Cospargere con metà del parmiggiano grattuggiato.
Rompere le uova sistemandole al centro dell'incavo. Salare, pepeare e cospargere con il resto del parmiggiano.
Passare in forno a 200 C° per 5 minuti. Se si desidera avere il tuorlo molto fluido, separare tuorlo e albume. Versare quest'ultimo sopra le carote, infornare per 3-4 minuti. Estrarre e sistemare i tuorli al centro. Infornare di nuovo per 1-2 minuti.
Per servire, tagliare il pane a listelle larghe 2 cm e tostarle.

mercoledì 30 marzo 2011

Le sostanze nocive che utilizziamo tutti i giorni!

Sarebbero circa 175 le diverse sostanze chimiche che ogni donna giornalmente "spalma" sulla propria pelle, quando si fa bella. L'industria cosmetica, infatti, utilizza circa 13.000 sostanze di sintesi e di emisintesi nei propri prodottii. La cosa che molti non sanno è che la gran parte di queste non è stata sufficientemente studiata sotto il profilo della tossicità.
Il EWG (Environmental Working Group) americano ha calcolato che su 7500 prodotti commerciali solo 28 sono stati testati per la loro sicurezza, che un prodotto ogni 120 contiene una sostanza cancerogena e che un terzo dei prodotti contiene almeno una sostanza classificata come potenzialmente cancerogena.
L'assorbimento del cocktail di cancerogeni, conservanti, mutageni, allergizzanti e metalli pesanti a livello cutaneo è ulteriormente facilitato dalla presenza nei cosmetici di fattori umettanti e idratanti (che però sono innocui).
Di seguito vi riporto un elenco di queste sostanze e dei danni che potrebbero provocare:

Antiossidanti chimici
Le sostanze sintetiche possono scatenare allergie; dalle sperimentazioni sugli animali è emerso che possono provocare persino tumori e danni al patrimonio genetico (INCI*: BHT, BHA)

Essenze
Le essenze possono rivelarsi problematiche nel caso in cui, per esempio, contengano composti muschiati. Questi infatti si accumulano nel corpo e, dalle sperimentazioni sugli animale, è emerso che possono provocare tumori (INCI*: Parfum, Fragrance)

Cessori di formaldeide
Alterano le proteine e sono considerati allergizzanti, mutageni e forse cancerogeni (INCI*: Imidasolidinyl-Urea, Diazolidinyl-Urea, Bronopol, 2-Bromo 2-Nitoprone-1,3-Diol, Bronidox, 5-Bromo-5Nitro1, 3 Dioxane)

Coloranti
Sono particolarmente pericolosi quando si libera la cosiddetta anilina, una ammina aromatica (INCI*: i coloranti si nascondono dietro la sigla CI seguita da determinati numeri identificativi, per es. CI 17200)

I conservanti in generale
Possono distruggere la flora batterica naturale che protegge la nostra pelle dai germi indesiderati (INCI*: Methylparaben, Propylpareben)

Composti organici alogenati
Sono sospettati di essere allergizzanti e addirittura mutageni (INCI*: ingredienti che contengono nel nome le parole Brom o Chlor)

Olii minerali
Dietro l'apparentemente innocua parola "minerali" si nascondono prodotti derivati dal petrolio. Le paraffine causano stasi termica, la cosiddetta acne di Maiorca e allergie (INCI*: Paraffinum Liquidum, Vaseline, Mineral Oil, Cera Microcristallina, Petrolatum, ecc.)

Tensioattivi chimici
Sono sostanze sintetiche detergenti, i cui rappresentanti più diffusi ed agressivi sono il Sodium-Laureth-Sulfate (SLES) ed il Sodium-Lauryl-Sulfate (SLS).

Triclosano
 E' un conservante capace di decimare in modo così consistente la flora batterica protettiva della pelle da causare la diffusione di germi patogeni pericolosi (INCI*: Triclosan)

Glicoli
Il Propylene glycol, il Butylene glycol, il Pentylene glycol e gli altri appartenenti alla famiglia dei glicoli sono solventi chimici allergenici e disidratanti.

PEG (polietilenglicoli)
I PEG sono per lo più sostanze sintetiche che possono penetrare nella pelle in profondità trasportando con sè altre sostanze problematiche. Sono riconoscibili dagli acronimi INCI* PEG e PPG

Ossibenzone e altri filtri UV
Sono considerate sostanze allergizzanti e fototossiche (INCI*: Benzophenone, Octyl Methoxy Cinnamate)

* Consultare l'elenco degli ingredienti dei prodotti cosmetici secondo l'INCI (International Nomenclature Cosmetic Ingredients)

Yoga: Balasana (Posizione del Bambino)

Balasana è una posizione di riposo che aiuta ad alleviare stress e fatica e più in generale lavora per rilassare la mente e per abituare il corpo a una corretta respirazione nella schiena.


Benefici:

- Allunga delicatamente anche, cosce e caviglie 
- Rilassa la mente e aiuta ad alleviare lo stress e la fatica 
- Se eseguita con supporto per testa e busto, dà sollievo ai dolori alla schiena e al collo

Controindicazioni/Precauzioni 
- Diarrea 
- Gravidanza 
- Problemi alle ginocchia: evitate questa posizione a meno che non siate assistiti da un insegnante esperto.


 



Passo dopo passo

1 Inginocchiatevi a terra. Fate in modo che gli alluci si tocchino e sedetevi sui talloni, poi allargate le ginocchia allo stesso livello delle anche.
2 Espirate e abbassate il busto tra le cosce. Allargate l’osso sacro nella parte posteriore del bacino e contraete i fianchi verso l’ombelico facendo in modo che si stringano verso la parte interna delle cosce. Allungate il coccige allontanandolo dalla parte posteriore del bacino, contemporaneamente sollevate la base del cranio allontanandola dalla parte posteriore del collo.
3 Appoggiate le mani sul pavimento lungo il busto, con i palmi rivolti verso l’alto, e lasciate andare la parte anteriore delle spalle verso il pavimento. Sentite come il peso delle spalle fa allargare le scapole dietro la schiena.
4 Balasana è una posizione di riposo. Mantenete questa posizione da 30 secondi ad alcuni minuti. I principianti possono anche usare Balasana per provare un vigoroso piegamento in avanti, con il busto appoggiato sulle cosce. Mantenete questa posizione da 1 a 3 minuti. Per rialzarvi, prima allungate la parte anteriore del busto, poi con un’ispirazione sollevatevi dal coccige, mentre quest’ultimo preme verso il basso e sul bacino.

Modifiche e supporti
Se avete difficoltà a stare seduti sui talloni in questa posizione, mettete una spessa coperta ripiegata tra la parte posteriore delle cosce e i muscoli dei polpacci.

Consigli per i principianti

Generalmente non respiriamo coscientemente e completamente nella schiena. Balasana vi offre un’eccellente opportunità di fare proprio questo. Immaginate che ogni inspirazione “sollevi a cupola” la schiena verso il soffitto, allungando e allargando la colonna vertebrale. Poi, con ogni espirazione, lasciate andare il busto un po’ più in profondità nella piega.


(Tratto da Yogajournal)

La buona notizia: Dormire aiuta a dimagrire!



La qualità e la quantità del sonno hanno importanti effetti sul nostro peso. È questa la buona notizia che ci arriva da ben due ricerche che mostrano come, senza alcuna fatica, cioè dormendo almeno 8 ore per notte, possiamo ridurre l'appetito e dimagrire più facilmente.
Un gruppo di ricercatori americani ha infatti dimostrato negli anni passati che il sonno comporta modificazioni ormonali e metaboliche fondamentali per perdere peso. Più recentemente un gruppo di ricercatori dell'Università di Chicago ha documentato che la carenza di sonno porta specificamente a sviluppare insulino resistenza e un conseguente ingrassamento.
La responsabilità di questa fortuna inattesa sarebbe da attribuire alla leptina, un importante ormone che contribuisce a regolare il consumo metabolico dell'organismo e il suo appetito (regolati fra l'altro anche dall'attività fisica e da un'accorta distribuzione dei pasti).
La presenza di leptina risulterebbe dunque nettamente diminuita nelle persone che dormono poco, le quali invece andrebbero incontro a un innalzamento delle greline (come dimostrato dalla seconda ricerca, condotta da Spiegel K et al.), che avendo un effetto esattamente opposto a quello della leptina porterebbero a un aumento dell'appetito.
In condizioni fisiologiche, dormendo oltre 8 ore per notte la leptina cresce, e l'appetito cala. In condizioni opposte la leptina si abbassa.
(Per perdere peso, in definitiva, meglio sognare la linea bikini che passare la notte a cercare la dieta giusta su internet...)
Attenzione allora se soffrite d'insonnia, o se dedicate una gran parte delle vostre notti alla vita mondana, al lavoro o allo studio... senza nulla togliere alle altre attività mirate a questo scopo, lo sforzo richiesto per dimagrire potrebbe diventare molto maggiore.
Non solo perché tirando tardi si finisce sempre per aver fame e quindi per aumentare l'apporto calorico globale della giornata (in fondo chi va a letto alle 3, supponendo che abbia cenato alle 8 di sera, si trova a stomaco vuoto già da diverse ore e conosce perfettamente questa sensazione), ma soprattutto perché in questo modo introduce cibo in un momento altamente sfavorevole per l'attivazione insulinica.
Questo significa che il cibo assunto di notte si trasformerà molto facilmente in grasso, invece che in energia o in calore come avviene invece di regola per gli alimenti mangiati la mattina.
L'attenzione ai ritmi naturali necessari per il nostro benessere può semplificarci molto la vita anche di fronte a una questione spinosa come quella di perdere peso in vista dell'estate.
E allora, per una volta è il caso di dirlo, prendiamola con calma e dormiamoci su! 

(Tratto da Eurosalus)

Oggi per pranzo: Millefoglie con Bacon

Ingredientri per 4 persone:

Per la sfoglia:
1 kg di patate gialle
1 cippollotto
1 rametto di prezzemolo
20 g di burro
sale
noce moscata
pepe

Per la farcitura:
50 g di lattuga
50 g di rucola
100 g di mais in scatola
100 g di bacon

Lavare tutte le verdure. In una pentola, lessare 15 minuti le patate con la buccia in acqua leggermente salata. Scolarle, sbucciarle, grattuggiarle con una grattugia a fori larghi e riunirle in una ciotola con il prezzemolo e il cippollotto tritato (sia la parte bianca sia quella verde).
Dividere il composto di patate in 12 mucchietti. Sciogliere il pezzetto di burro in un pentolino antiaderente. Aggiungere un mucchietto di patate, schiacciarlo leggermente e cuocere 4 minuti voltando a metà cottura, fino ad ottenere un dischetto dorato uniformemente. Sgocciolarlo e tenerlo da parte. Proseguire allo stesso modo fino ad ottenere 12 dischetti.
Sgocciolare il mais dal liquido di conservazione. Tostare le fette di bacon 3 minuti in una padella antiaderente. 
Suddividere dischetti di patate, lattuga, rucola, mais e bacon a strati alternati nei piatti individuali e servire subito.

Quanto è importante comunicare con i neonati..


Innumerevoli studi dimostrano che i bambini sono dotati di competenze comunicative sin dalla nascita. L'idea che i piccolissimi "non capiscano" e quindi sia inutile dire loro delle frasi di senso compiuto non solo è da dimenticare, ma da ribaltare. Anche alla luce delle ricerche che evidenziano come alcune forme di ritardo del linguaggio possano essere dovute anche a una scarsa attitudine dei genitori a parlare correttamente con i figli quando sono molto piccoli.
Parole buone = bimbi sani
Il linguaggio si sviluppa nel bambino grazie a una costante comunicazione affettuosa dove la parola, oltre ad affermarsi come un simbolo che sta al posto di un oggetto (il significato primo del linguaggio), in seconda battuta è conferma e riconoscimento dei suoi sentimenti. Ogni comunicazione ha sempre un contenuto (il messaggio) e una definizione che il genitore dà del proprio figlio, in quanto esprime quanto il genitore lo ama, lo rispetta, lo considera.

Che dire ai bambini (e come farlo)
Dar voce a bisogni e stati d'animo. Un neonato piange, la mamma accorre e gli dice: "Hai fame? Ora ti do il latte che ti piace tanto!". Non gli dà semplicemente da mangiare, gli comunica cosa sta facendo per lui. In tal modo consente al bambino di divenire consapevole dei propri stati d'animo. È come se il genitore "pensasse" i pensieri del bambino aiutandolo a dare strumenti in più alla sua mente. Accompagnate sempre i gesti di cura con parole che offrono significati ai malesseri, alle emozioni prorompenti: darete così strumento di conforto.
Sostenere e confortare. Specialmente quando è necessario impedire qualcosa a un bambino, è importante accompagnare il gesto con la frase adeguata.
Raccontare quel che succede. "Ora la mamma va a lavorare e viene a prenderti alle 4, al nido". Anche se potrà piangere al momento, in realtà lo state rassicurando. Non fate l'errore di sparire mentre è distratto, i bambini hanno costantemente bisogno di avere attorno a sé un ambiente prevedibile e affidabile. Non pensate  che sia una informazione superflua perché non ha il senso del tempo: è vero che non capisce "quando"saranno le 4, ma sente di avere un appuntamento con la mamma, che tornerà.
Dolci parole per una comunicazione felice con il nostro bambino
È molto facile parlare con i bambini se ci si mette "dalla loro parte". È sufficiente guardarli, osservare il viso, la mimica, i gesti: è evidente quello che stanno cercando di fare. A quel punto non resta che raccontarglielo: conosceranno le parole necessarie per dirlo, ma soprattutto avranno conferma e riconoscimento dei loro sentimenti e del loro esistere.

(Tratto da Riza)

martedì 29 marzo 2011

Oggi per pranzo: Fagottini di Verdura

Ingredienti per 4 persone:

8 foglie grandi di verza
200 g verdure per minestrone surgelate
50 g speck a fette
100 g riso arborio
100 g fontina
50 g grana grattuggiato
4 cucchiai di olio
1 uovo
maggiorana
erba cipollina
sale e pepe

Sbollentare le foglie di verza in acqua salata per 7-8 minuti. Scolarle e asciugarle su carta da cucina. Allargarle su un tagliere.
Sbollentare una decina di fili di erba cipollina. Farli raffreddare e legarli a due a due. Lessare il riso in acqua salata fino a metà cottura. Scolare ed aggiungere due cucchiai di olio.
In una padella con due cucchiai d'olio scongelare le verdure per una decina di minuti a fuoco basso, mescolando spesso. Tagliare a dadini la fontina. Tostare le fette di speck in una padella senza condimenti. Quando saranno croccanti, spezzettarle e distribuirle sulle foglie di verza.
Mescolare il riso con le verdure saltate, la fontina, l'uovo, il grana, un cucchiaio di maggiorana tritata, sale e pepe. Distribuire il tutto sulle foglie di verza e chiuderle formando dei fagottini. Legare con i fili di erba cipollina.
In una casseruola larga dosporre gli involtini in un solo strato in abbondante acqua salata e portare ad ebollizione. Lasciar sobbollire per 30 minuti circa.
Scolare, distribuire gli involtini nei piatti e cospargerli di parmiggiano grattuggiato.

I benefici del Nuoto



Diminuzione della forza di gravità e lavoro simultaneo dei muscoli antagonisti. Basterebbero queste due sole caratteristiche a rendere il nuoto uno sport completo e utile a tutti.
Ma nuotare contribuisce anche all'allungamento osseo, al rafforzamento di tutto l'apparato muscolare, al buon funzionamento di cuore e polmoni. E si può praticare a tutte le età.
Inoltre, gli schemi motori che ci permettono di nuotare sono già iscritti nel nostro DNA, proprio come camminare, correre e saltare.
L'unico deterrente, in qualche caso, può essere l'irrazionale paura dell'acqua, che però si vince facilmente.
Con i bambini, gli istruttori usano appropriate tecniche psicologiche (soprattutto di premio) mentre per gli adulti funziona un approccio più diretto: le piscine sono luoghi confortevoli, l'acqua in vasca è sempre ad una temperatura attorno ai 27-28 C°, la profondità è minima.
Chiunque può prendere confidenza gradualmente e senza traumi. Stare bene in acqua deve in ogni caso venire prima del saper nuotare.
Per chi ha già acquisito una minima esperienza, ci sono tutte le varianti del caso: dalla ginnacqua all'acquagym, dall'aerobica in acqua all'acquabike.
Tutte pratiche molto richieste specialmente dalle donne.
Ai benefici del nuoto si aggiunge così l'attività aerobica, che consente un dimagrimento controllato e aiuta a mantenere una linea invidiabile.
Alla base ci sono esercizi di ginnastica in acqua d'intensità variabile, facilitati appunto dalla riduzione della gravità.
Per i ragazzini l'ultima passione è l'acquagol, una sorta di pallanuoto semplificata e basata sull'aspetto ludico. E'un ottimo sport per canalizzare la loro naturale "aggressività" e come tutti gli sport di squadra insegna il rispetto delle regole, dei compagni e dell'avversario. Aiuta anche a gestire le emozioni e ad imparare a perdere.
Il nuoto può accompagnare tutta la vita. Anzi prima ancora!
L'attività in acqua è infatti molto utile per le gestanti, i cui movimenti sono agevolati dalla spinta idrica. In piscina le future mamme possono alternare nuotate a camminate e galleggiamenti che tonificano la muscolatura, facilitando così in prospettiva anche il parto.
Perfino i piccolissimi possono imparare a nuotare prima ancora che a camminare. Si chiamano corsi di acquaticità quelli rivolti ai piccini dai 6-8 mesi che, accompagnati dai genitori prendono confidenza con l'acqua.
Infine parliamo della terza età. Alcuni imparano il piacere dell'acqua già avanti negli anni. Quando cominciano a nuotare apprezzano subito una migliore mobilità articolare.
Frequentare una piscina diventa inoltre un momento importante di socialità. Per tutti a ogni età!


(Tratto da Speciale News)

domenica 27 marzo 2011

I trucchi salva-unghie



Le modificazioni che si notano sulla superficie delle unghie possono rivelare disordini metabolici, un affaticamento od uno stato di intossicazione a livello renale od epatico, sui quali si può intervenire in modo naturale.

- Unghie con macchie bianche:
si consiglia di assumere lievito di birra (1 compressa la mattina per 1-2 mesi) e di arricchire la dieta con il miglio, che colma la carenza di zinco.

- Unghie che si spezzano:
si rimedia con un'integrazione a base di germe di grano che è ricco di selenio, zinco, silicio e vitamina B. Per un mese prenderne un cucchiaino al giorno con lo yogurt.

- Unghie gibbose o striate:
sono provocate da un'alimentazione povera di calcio. Occorre assumere per 1-2 mesi una capsula di calcio integratore (oppure calcio-magnesio) con acqua.

- Unghie fessurate alla radice:
la colpa è di un fungo che indebolisce la matrice ungueale. Questa infezione su può trattare applicando una soluzione di cipresso, tea tree, lavanda e biotina.

(Tratto da Salute Naturale) 

La malva, la Salvia e la Rosa contro gengiviti ed infiammazioni della bocca

Le mille virtù della Malva sono ben note. Questa è importantissima anche per la cura delle infiammazioni della bocca, della gola, delle gengive e della lingua.
Si fa un infuso con 3 pugni di malva in un litro di acqua bollente, si lascia in infusione e si usa come collutorio per la bocca, le gengive e la lingua oppure come gargarismo per la gola infiammata.
Un'altra erba utilissima per lenire i gonfiori di qualsiasi tipo (anche quelli da ascesso) è la Salvia. Basterà farne un decotto, facendola bollire per alcuni minuti. 
L'infuso di Rose può essere anch'esso usato per le infiammazioni della bocca: 10 grammi di petali freschi di rosa rossa o pallida e 200 grammi di acqua. Versare l'acqua bollente sui petali e lasciare in infusione per 30 minuti. Filtrare e lasciare raffreddare. Il prodotto è pronto all'uso, ma va consumato entro 24 ore!

(Tratto da Curarsi con le Erbe)

venerdì 25 marzo 2011

Ottimo strudel con solo 460 calorie!

Ingredienti per 6 persone

Per la pasta sfoglia:
300 g di farina bianca
un uovo
un cucchiaio di olio extravergine d'oliva
80 ml circa di latte
un pizzico di sale
acqua calda (se necessaria)
Per il ripieno:
5 pere
400 g di ricotta
2 cucchiai di miele d'acacia
50 g di zucchero
un uovo
80 g di uvetta ammollata
la scorza grattugiata di un limone



Preparazione dello strudel
Per la pasta sfoglia, in una terrina mescolare la farina con lo zucchero, versare al centro l'uovo leggermente sbattuto con il pizzico di sale, il latte e l'olio. Impastare fino a ottenere un composto liscio, aggiungendo acqua calda se serve. Formare una palla, avvolgerla nella pellicola e porla in frigo mezz'ora. Stendere la pasta tra 2 fogli di carta da forno, aiutandosi con un po' di farina, fino a ottenere una sfoglia sottile.
Per il ripieno, amalgamare il miele, lo zucchero e il tuorlo d'uovo fino a ottenere una crema; incorporare quindi l'albume montato a neve ben ferma e l'uvetta ammollata e ben strizzata, la scorza di limone e la ricotta.
Stendere la pasta e spalmarvi sopra la crema di ricotta insieme alle pere tagliate finemente; chiudere lo strudel, e infornare a 180° per circa 45 minuti, finché il dolce non avrà formato una crosticina dorata.

Dolci e obesità infantile



Esiste, nelle nostre società opulente, un vero e proprio “ambiente tossico” che predispone fin dai primi anni di vita a un'alimentazione squilibrata, predestinando i bambini all'obesità.
“Tossicodipendenti da merendine?” È questo il grido d'allarme lanciato da un esperto di salute infantile, Robert Lustig, dell'Università di California a San Francisco, in un articolo apparso sulla rivista Nature Clinical Practice Endocrinology & Metabolism..
Le statistiche parlano chiaro: non soltanto negli Stati Uniti, ma anche in Inghilterra (nonostante la opposizione critica di alcuni gruppi di mamme) la percentuale di bambini obesi è ormai vicina alla soglia del 25% (uno su quattro). E gli altri paesi europei seguono a ruota.
La causa di questo inquietante fenomeno va addebitata agli alimenti di produzione industriale, ricchi di zuccheri e poveri di fibre. Il loro consumo regolare provoca squilibri ormonali che sono responsabili dell'obesità e, per di più, predispone al diabete attraverso l'aumento della resistenza cellulare all'insulina e il conseguente  innalzamento dell'insulina, necessaria per fare funzionare la cellula. L'insulina è una cosa utile e necessaria in piccola quantità, ma quando se ne produce troppa gli effetti, gravi, possono essere devastanti.
Secondo una modalità d'azione già ben conosciuta, l'insulina aumenta per di più l'appetito, inibendo la trasmissione al cervello dei segnali di sazietà inviati dall'organismo. Questo si traduce in un effetto a catena del tutto simile a quello innescato dalle droghe: più si mangia, più si sente desiderio di mangiare. Sempre, naturalmente, le stesse schifezze rigurgitanti di “piacevoli” zuccheri (saccarosio in primo luogo).
La colpa non è dunque dei bambini golosi: la loro golosità, risultato di un'alchimia infallibile, è praticamente obbligatoria. La sola soluzione possibile è quella di educarli contro i rischi di un'alimentazione preconfezionata e squilibrata, proprio come si fa (con discreto successo statistico) contro i rischi del fumo e delle droghe. 

(Tratto da Eurosalus)

giovedì 24 marzo 2011

Polpettone vegetariano

Ingredienti per 4 persone:
200 g di ceci già lessati 
100 g di cous cous 
100 g di fagiolini già lessati 
una cipolla 
un uovo 
30 g di olio d'oliva 
pangrattato 
sale


Fate cuocere il cous cous come da istruzioni riportate sulla scatola, oppure versandolo in un colino a trama spessa e mettendolo coperto con un piatto sopra una pentola con acqua in ebollizione, in modo che cuocia con il vapore. In una padella rosolate la cipolla nell'olio d'oliva, aggiungete il cous cous, i ceci ridotti a purea e i fagiolini tagliati a tocchetti. Salate e lasciate cuocere per qualche minuto. Togliete dal fuoco, aggiungete l'uovo sbattuto e trasferite in uno stampo da plumcake unto d'olio e cosparso di pangrattato. Cuocete in forno caldo a 180 gradi per 40 minuti circa, e affettate solo quando il polpettone sarà tiepido.

Feng Shui: conosciamolo



Non commettete anche voi l’errore di considerarlo come l’ennesima stramberie proveniente dall’estermo oriente. Il Feng Shui non lo è. Anzitutto perché vanta millenni di tradizione consolidata, quindi perché – più che una moda – è un’arte. E se popoli saggi e attenti al benessere come quelli orientali lo hanno codificato e rispettato per tutto questo tempo, un motivo valido ci sarà…

Vento e acqua
Letteralmente, Feng Shui significa vento e acqua. Quest’arte, un tempo riservata solo a pochi eletti, insegna a rendere armonico il rapporto tra l’uomo e l’ambiente in cui vive. Le sue regole consentono per esempio di arredare casa in modo da consentire all’energia universale di fluire liberamente tra le quattro mura domestiche, senza ostacoli. Tutto per rendere chi vi abita più sereno.
All’origine del Feng Shui c’è il pensiero taoista secondo cui il cosmo è un tutto unico all’interno del quale gli elementi sono in relazione tra loro e si influenzano a vicenda, grazie alla libera circolazione del Chi, l’energia che muove ogni cosa nell’universo. Attraverso l’uso di piante, specchi, fontane e luci, il Feng Shui permette a questa forza di fluire senza impedimenti, assicurando la piena serenità a tutti gli ambienti.

Ma non è uno stile di arredamento
Dal punto di vista estetico il vantaggio è notevole. Ma non è tanto su questo punto che ci si deve soffermare. Il vantaggio reale è dato dal fatto che si crea un legame equilibrato tra esseri viventi e spazio. Ecco perché il Feng Shui non può essere considerato uno stile di arredamento: non esistono mobili specifici, ma solo accessori che – posizionati correttamente – permettono di mitigare i ristagni di energia e le correnti negative che potrebbero concentrarsi in un’abitazione. Dalla cucina al bagno, al soggiorno e soprattutto alla camera da letto, ogni stanza ha le sue regole.

(Tratto da Staibene)

mercoledì 23 marzo 2011

Tutto ciò che è da sapere sulla Vitamina C..



E' la regina delle vitamine. La più versatile, la più presente in natura, la più utile. La vitamina C protegge il cuore e l’apparato respiratorio, gli organi della digestione e quelli della riproduzione. Soprattutto, aiuta l’organismo a non invecchiare perché agisce sull’ossidazione delle cellule. Ecco perché - di tutte le vitamine - nessuno può fare a meno della vitamina C.

Le dosi giuste di vitamina C
Tutti, chi più chi meno, la prendono. Ma quanti sanno qual è la dose giusta? Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità, ogni giorno dovremmo assumere 60 mg di acido ascorbico. Ma diversi studi sostengono l’utilità di aumentare notevolmente questa quantità. Come regolarsi, allora?
Partiamo da un presupposto: la vitamina C è idrosolubile, cioè si scioglie in acqua. “Significa che anche grandi dosi non danno problemi, perché il nostro organismo le può smaltire insieme con i liquidi. Diverso è il discorso delle vitamine liposolubili, come la vitamina A e la vitamina E, che si sciolgono nei grassi e tendono quindi ad accumularsi nel corpo”, spiega il professor Nicola Sorrentino, docente di igiene nutrizionale e crenoterapia presso la scuola di specializzazione in idrologia medica dell’Università di Pavia. “Detto questo, il dubbio sulla giusta quantità da assumere non dev’essere visto come un problema basta seguire un regime alimentare equilibrato per assicurarsi il corretto fabbisogno di vitamina C”.

Dove si trova la vitamina C
L’acido ascorbico si trova infatti praticamente in ogni alimento. Quasi tutta la frutta e la verdura ne hanno in abbondanza: “Soli 100 g di limone o di un qualsiasi altro agrume forniscono 50 mg di vitamina C”, continua il professor Sorrentino, “il melone appena di meno, la fragola perfino di più. Per non parlare dei peperoni: in un etto ci sono addirittura 150 mg di acido ascorbico. E l’elenco è lungo, comprende le verdure a foglia verde, le patate, il peperoncino, i pomodori maturi, il prezzemolo”.

Gli integratori non servono
Il discorso è un po’ diverso per gli anziani, le donne in gravidanza e tutti coloro che si trovano in un periodo di convalescenza dopo una qualsiasi malattia: “Quando l’organismo è debilitato, anche solo per una banale gengivite, può essere utile integrare la quantità di vitamina C. Ma negli altri casi, non c’è bisogno di ricorrerere a sovrappiù: non sarebbero dannosi, ma semplicemente inutili”.
A proposito di integrazioni: meglio la vitamina C al naturale o quella di sintesi, vale a dire in bustine o compresse? “Il problema non si pone. Anche se io tendo a consigliare di assumerla dagli alimenti, nessuno studio dimostra che quella chimica sia diversa o meno efficace”.

(Tratto da Staibene.it)

martedì 22 marzo 2011

Dalla Norvegia: Involtini di sushi con Salmone Norvegese

Ingredienti

300g di filetto di Salmone Norvegese
salsa di soia
succo di limone
aceto
zucchero
riso bollito
alghe nori
cipollotti novelli
salsa wasabi
zenzero in agrodolce

Preparazione

Unite salsa di soia e succo di limone.
Tagliate il salmone a fettine sottili e insaporite con sale.
Unite aceto e zucchero e versate con cura il composto nel riso bollito.
Sistemate un foglio di pellicola trasparente su un sottopiatto di bambù.
Distribuite una parte del riso sushi su un’area grande quanto una foglia di alga nori. Coprite il riso con la foglia di alga nori, sistemate un pezzetto di cipollotto al centro e arrotolate.
Sistemate un altro foglio di pellicola sul sottopiatto in bambù e ricopritelo con le fettine di salmone.
Sistemate l’involtino di riso pronto sopra le fettine e arrotolate il salmone intorno al riso.
Ripetete la procedura con il resto del riso e del salmone.
Lasciate riposare gli involtini in frigorifero per 10 minuti. Estraeteli e tagliateli a fette delle dimensioni desiderate.
Servite con salsa di soia e limone, zenzero in agrodolce e salsa wasabi.

(Tratto da Fiordisapori)

Il fumo fa ingrassare...



I fumatori tendono a prendere peso molto più di quelli che non fumano. E più si fuma, più si ingrasserà nel caso in cui si smetta.

I fumatori si rassegnino: le bionde non fanno dimagrire, tutto il contrario. Secondo uno studio dell'università di Navarra, pubblicato sul Spanish Cardiology Journal, l'avvelenamento da nicotina è collegato con il prendere peso, tanto che fumatori ed ex fumatori ingrassano sempre di più di chi non ha mai preso questo vizio. I ricercatori smentiscono quindi il mito che fumare faccia dimagrire, dopo aver valutato il legame di due fattori di rischio cardiovascolare: l'abitudine alla nicotina e l'aumento di peso nei fumatori che smettono e in quelli che continuano a farlo.
Dall'analisi di 7565 persone, per oltre 50 mesi, e dei loro stili di vita, si è visto che l'aumento di peso nei soggetti che avevano smesso di fumare durante lo studio era più alto, quanto più alto era il numero di sigarette fumate ogni giorno. Stesso discorso per coloro che hanno continuato a fumare, che hanno preso più peso dei non fumatori.
“La dipendenza da nicotina”, hanno spiegato i ricercatori spagnoli, “non è un modo efficace per prevenire l'obesità, visto che i chili li prendono sia gli ex fumatori che i fumatori. E l'associazione sovrappeso-nicotina è molto dannosa per la salute cardiovascolare”. 

(Tratto da Staibene.it)

lunedì 21 marzo 2011

La buona notizia: le api tornano in Italia



Il mondo stava andando verso una tragedia senza precedenti. A causa dell’utilizzo smodato dei pesticidi la popolazione delle api in tutto il mondo stava crollando a vista d’occhio. Secondo gli ultimi rapporti delle associazioni ambientaliste, in Europa nell’anno 2007 il numero delle api si era ridotto tra il 30 ed il 50%, per poi stabilirsi al 50% durante il 2008, mentre negli Stati Uniti il numero delle perdite saliva fino al 60-70%.
Una tragedia non solo limitata agli amanti del miele. Le api reggono da sole l’intero ecosistema. Garantiscono l’impollinazione, e di conseguenza l’alimentazione umana e di migliaia di specie animali, le quali senza api rischierebbero di estinguersi. Secondo una frase attribuita ad Einstein, se le api sulla Terra si fossero estinte, alla razza umana sarebbero rimasti solo 4 anni di vita. I provvedimenti presi in tempo però, hanno salvato la situazione.
In Europa e negli Stati Uniti la messa al bando dei pesticidi è partita abbastanza in fretta. In Italia è stata recepita un po’ in ritardo, come al solito, ma è stata altrettanto efficace. Fatto sta che quest’anno registrerà per la prima volta un incremento della popolazione apicola. I neonicotinoidi, le sostanze killer messe al bando dal Ministro dell’Agricoltura Luca Zaia, hanno rischiato di sterminare questi insetti; ma una volta scomparse dalle campagne della Pianura Padana, hanno visto un improvviso ripopolarsi che non solo ha fatto bene all’industria apicola, ma anche alla natura circostante.
A guadagnarci, come dicevamo, in tempo di crisi sono stati anche gli apicoltori, dato che circa 50 mila addetti ai lavori hanno ripreso in maniera soddisfacente la loro attività, minacciata fino a poco tempo fa. Secondo Francesco Panella, presidente dell’Unaapi, Unione apicoltori, questo genere di pesticidi, finora limitati alle colture di mais, devono essere estesi ad ogni campo dell’agricoltura, perché le specie animali che vi andrebbero di mezzo sono le più disparate.
Ma nel resto del mondo cosa succede? Succede che i risultati sono simili a quelli italiani. In California soprattutto, lì dove si era registrato il più alto numero di decessi di api, e proprio dove i fiori si stavano seccando e l’agricoltura sembrava destinata a morire. Quest’anno si è registrato un ritorno delle api, ed il mercato biologico ha ripreso a funzionare. Speriamo che questa vicenda sia servita da lezione.

(Tratto dalla Repubblica)

Ancora una volta: W la dieta mediterranea!!

Secondo uno studio pubblicato sul Journal of American College of Cardiology, la dieta mediterranea è uno degli strumenti più efficaci per prevenire e tenere sotto controllo alcuni dei più diffusi disturbi della società contemporanea. In particolar modo la sindrome metabolica, una situazione clinica ad alto rischio cardiovascolare che comprende una serie di fattori e di sintomi spesso correlati allo stile di vita della persona, come peso eccessivo e vita sedentaria, o a situazioni patologiche preesistenti, quali obesità, presenza di ipercolesterolomia, diabete, ecc.. In Italia, la sindrome metabolica interessa circa il 25% degli uomini e addirittura il 27% delle donne. Numeri altissimi, che equivalgono a circa 14 milioni di individui che, se non decidono di cambiare drasticamente il loro stile di vita, sono destinati ad avere un tasso di mortalità legato a problemi cardiovascolari di molto superiore alla media. Ma non si tratta di una condanna definitiva. Molti fattori possono essere controllati o modificati facilmente. Attività fisica ed alimentazione i due elementi determinanti per migliorare la propria qualità di vita.
movimento e dieta — Per quanto riguarda la prima, la ricerca scientifica da tempo ci dice che muovendoci regolarmente, almeno una trentina di minuti al giorno, miglioriamo la captazione di insulina da parte dei tessuti ed in generale tutto il metabolismo dei carboidrati, nonché contribuiamo alla diminuzione del peso corporeo, notoriamente associato alla diminuzione dei valori pressori. Mentre è risaputo che una dieta povera di grassi, ricca di alimenti contenenti omega3, moderata nella presenza di proteine e zuccheri mantiene l’organismo in salute. Tutte caratteristiche queste ampiamente presenti nella dieta mediterranea, tanto che l’Unesco l’ha di recente riconosciuta come patrimonio dell’umanità.
le prove scientifiche — Ma mancava uno studio consolidato che confermasse scientificamente quanto ormai pressoché universalmente accettato almeno da una decina di anni. Vi ha posto rimedio il Dipartimento di Scienze della Dietetica e della Nutrizione dell'Università Harokopio di Atene dopo avere analizzato e comparato i dati di oltre 50 report sulla dieta mediterranea, effettuati complessivamente su oltre 500.000 persone. In particolare la meta-analisi guidata da Demosthenes Panagiotakos afferma che la dieta mediterranea aiuta a tenere sotto controllo l’insorgenza della sindrome metabolica, l’obesità, specie quella addominale, i livelli dei trigliceridi e del colesterolo totale, aumentando contemporaneamente le HDL, ovvero il cosiddetto ‘colesterolo buono’, quello per intenderci in grado di rimuovere quello ‘cattivo’ in eccesso dalle arterie e dai tessuti periferici, per portarlo al fegato dove sarà smaltito. Inoltre, regola i valori della pressione sanguigna ed il funzionamento del glucosio, consentendo di ridurre il rischio di malattie cardiovascolari ed il diabete di tipo 2. Infine, grazie alle sue proprietà antiossidanti e anti-infiammatorie si dimostra una preziosa alleata contro alcuni tipi di cancro. In pratica, chi mangia mediterraneo riduce il rischio di mortalità.
I  maggiori studiosi di alimentazione di recente riuniti alla III Conferenza Internazionale del Centro interuniversitario di studi sulle culture alimentari mediterranee e l'Inran (l'ente pubblico italiano per la ricerca in materia di alimenti e nutrizione) hanno ‘modernizzato’ la nota Piramide Alimentare adeguandola alla nostra società multiculturale e alle esigenze dell’uomo contemporaneo. Alla base della piramide sono presenti i pasti principali giornalieri: almeno due porzioni di frutta, verdura (per l’assunzione di vitamine e sali minerali) e cereali, meglio se integrali, per l'importanza delle fibre. Fondamentale la scelta di alimenti di stagione, preferendo quelli maggiormente presenti nella zona in cui si abita. Un altro imperativo è quello di bere tanta acqua, almeno due litri al giorno, sfatando contemporaneamente due false credenze: quella che vuole l’acqua gassata indigesta (l'anidride carbonica migliora solo la conservazione del prodotto) e l’altra che vieta di berla durante i pasti. Sempre alla base l’attività fisica che deve essere praticata tutti i giorni: la nuova piramide, infatti, non solo esorta ad un’alimentazione sana, ma anche al raggiungimento di uno stile di vita più salutare, caratterizzato da movimento, convivialità, cibi di qualità. Salendo troveremo latte e latticini, olio d’oliva, frutta a guscio, aglio, cipolla e le spezie (che ci permettono di insaporire le pietanze riducendo il consumo di sale). Salendo ancora più in alto la piramide presenta gli alimenti da preferire circa due volte a settimana come uova, pesce, legumi, pollame. Al vertice i salumi, la carne rossa e i dolci. La vera novità, poi, consiste nella presenza di alimenti come il cous-cous e l’invito a bere vino moderatamente, nel rispetto delle tradizioni sociali e religiose.

(Tratto da Il Corriere dello Sport)

sabato 19 marzo 2011

..e sempre dalla Finlandia: Carpaccio di Salmone (Graavilohi)



Ingredienti per 4 persone:
1 kg circa di filetto di salmone pulito
2 cucchiai di sale grosso
1-2 cucchiaini di zucchero
1/2 dl di aneto o prezzemolo tritato
pepe (bianco)

Preparazione
Tagliare il salmone in due nel senso della lunghezza. Togliere tutte le eventuali spine. Lasciare al suo posto la pelle. Cospargere le due metà con gli ingredienti e unirle dai lati della polpa, con la pelle all'esterno.
Avvolgere in un foglio di alluminio o in una pellicola di plastica e porre in frigorifero, con un leggero peso sopra, per 24 ore. Prima di servire ripulire il pesce da tutte le spezie e tagliarlo a fettine sottili trasversali. Volendo si può aggiungere della maionese o dell'olio di oliva o del limone. La ricetta originale finlandese lo lascia comunque "nudo".
Vini consigliati: Pinot Grigio, Verdicchio.

E dalla Finlandia non poteva mancare: i benefici della sauna!




Basta un semplice bagno di calore per far traspirare e far eliminare, attraverso il sudore, le tossine e i rifiuti della pelle. E questo procedimento termico è tra i più antichi e conosciuti del mondo.
Pare, infatti, che già negli antichi insediamenti aztechi, le donne partorissero in una sorta di capanna "sudatoria", così da poter beneficiare del calore lenitivo e rilassante per alleggerire le doglie.
Ma, accanto alle proprietà terapeutiche, per molti popoli, tra cui gli indiani sioux, il bagno di sudore rappresentava anche una funzione di purificazione.
Le tradizioni della sauna si sono conservate e perfezionate soprattutto in Finlandia e in Russia: non è raro scorgere, sulle rive dei laghi e dei fiumi, casette di legno costruite a questo scopo.
Nell'immediato dopoguerra, la moda della sauna finlandese si è diffusa anche in Europa e negli Stati Uniti grazie al fatto che, tra l'altro, viene considerata un ottimo metodo per rilassarsi e favorire un sonno salutare.
Quando farla e come prepararsi
Non esiste un momento adatto per fare un bagno di vapore; è comunque indispensabile, per godere dei benefici, avere tempo per farlo bene e con calma.
Per quanto riguarda il mangiare, è più che sufficiente uno spuntino leggero con yogurt e frutta. Una tisana calda - bevuta prima di iniziare la sauna - aiuta a sudare. Al termine del trattamento è opportuno calmare la sete con succhi, tisane ed acqua, evitando ovviamente le bevande alcoliche.
Prima di entrare nella sauna è opportuno farsi una doccia, insaponandosi bene con il sapone. Questo consente di preparare la pelle con i pori ben aperti e facilita il rilassamento di tutto il corpo.
La cabina per la sauna e gli attrezzi
Una sauna può trovarsi ovunque, magari all'aperto vicino ad un lago o ad un corso d'acqua. Maestri di questa terapia sono i finlandesi che possono contare su una perfetta attrezzatura, adatta a soddisfare le persone più esigenti, non solo negli alberghi, ma praticamente in ogni casa privata.
L'interno e le panchine dove coricarsi devono essere in legno grezzo, di pioppo o abete.
La stufa è un'altra componente indispensabile: può essere scaldata a carbone, legna, carbonella o elettricità. Sul forno, le pietre vulcaniche servono per incamerare calore e distribuirlo nell'ambiente. Ogni tanto si può gettare dell'acqua sulle pietre; l'acqua, evaporando immediatamente, fa sì che la temperatura nella cabina cresca di alcuni gradi.
Altri oggetti importanti sono, quindi, un secchio e un mestolo per l'acqua (sempre di legno), il termometro da parete e un orologio. Ancora meglio, per quest'ultimo caso, se si tratta di una clessidra: chi entra in una sauna deve potersi rilassare con tutta tranquillità senza tener d'occhio in continuazione minuti e secondi ed una clessidra serve giusto per segnalare la scadenza del tempo.
Per consentire una miglior vasodilatazione dei vasi sanguigni superficiali ci si può percuotere con rami di betulla. Questa tecnica viene usata soprattutto durante il getto di vapore. I finlandesi raccolgono i rami di betulla nei mesi di giugno e luglio, quando sono ricchi di foglie. I rami vengono seccati e, prima dell'uso, vengono bagnati per farli riprendere. In alternativa si può usare una salvietta bagnata e strizzata.

I tempi della sauna
Solitamente, perché una sauna sia efficace servono un paio di passaggi. La temperatura sufficiente per una buona traspirazione deve raggiungere gli 80°.
E' opportuno che il primo passaggio non superi i dieci minuti, anzi, le prime volte è meglio evitare il vapore perché l'aria, diventata improvvisamente calda e umida, potrebbe infastidire: in questo caso basta non versare acqua sulle pietre della stufa.
Per evitare giramenti di testa, prima di uscire ci si deve alzare dalla panchina molto lentamente.
Una volta usciti dalla sauna, si fa una doccia con acqua fredda (il getto deve essere dolce) che riporti a livelli normali la temperatura corporea. Viene, poi, il momento del riposo: avvolti in un accappatoio o con l'aiuto di coperte, ci si stende sul lettino. Questo tempo, non più di quindici minuti, può essere impiegato anche per schiacciare un sonnellino.
Si torna, infine, nella sauna per il secondo passaggio - circa altri dieci minuti - stando attenti a ripetere i medesimi accorgimenti. Al termine la pelle sarà più morbida ed elastica: un buon latte vegetale (una crema idratante a base di erbe) potrà concludere il trattamento.
Bere è importante
Con il sudore, nella sauna si disperdono i liquidi corporei e i sali minerali. Diventa quindi fondamentale reintegrare quanto perso. Sono messe al bando le bevande zuccherate, stimolanti e, soprattutto, quelle alcoliche, non solo durante, ma anche prima e dopo la sauna. Tra le bibite indicate ci sono acqua non gasata, tisane di lampone, malva, ortica, tiglio, succhi di frutta o di verdura. Il momento più indicato per bere è, comunque, dopo la sauna.
Le controindicazioni
È bene che le persone che soffrono di ipertensione, di affezioni polmonari o cardiache e di problemi circolatori evitino la sauna. Tuttavia, per i neofiti, è sempre opportuno chiedere consiglio al proprio medico di fiducia prima di iniziare il trattamento con i bagni di calore.
Gli effetti positivi
Non esiste una statistica che rileva i benefici psichici della sauna, tuttavia, pressoché univocamente si sostiene che dopo un bagno si provano rilassamento psico-fisico, diminuzione di ansia, e sensazione di energia.
Sauna e dimagrimento
L'abbondante sudorazione provocata dalla sauna, elimina circa un litro d'acqua e pulisce a fondo la pelle, rimuovendo impurità e sostanze tossiche. È evidente, però, che la perdita di liquidi va reintegrata al termine bevendo tisane e succhi di frutta. La sauna, dunque, non "fa" dimagrire, ma certamente contribuisce a migliorare ricambio e metabolismo.

Sauna e bellezza
La sauna disintossica in profondità e, quindi, rende la pelle luminosa e trasparente ed i tessuti maggiormente elastici. Il bagno di calore, inoltre, favorisce il rilassamento e aiuta il sonno notturno. Infine, vengono migliorate la circolazione sanguigna e linfatica e aumenta la attività della pelle, dei tessuti e delle ghiandole.
In pratica la sauna equivale ad una profonda pulizia di tutto il corpo e rende la pelle maggiormente resistente agli agenti atmosferici, dal freddo al caldo, dal vento allo smog.
Sauna e attività sportiva Gli effetti benefici della sauna intervengono anche su cuore, sulla circolazione, sulla pelle e sulla respirazione e migliorano la resistenza alle infezioni, quali sinusiti, raffreddori ed influenze.
Tutto l'organismo risente dunque positivamente di questi effetti che lo rendono più energico e attivo. In Germania, ad esempio, si cominciò a considerare la sauna durante le olimpiadi di Berlino del 1936, quando si constatarono i risultati degli atleti finlandesi che avevano chiesto di avere a disposizione dei bagni di calore.


Tratto da: Benessere.com




giovedì 17 marzo 2011

Oggi per pranzo: Gnocchi verdi gratinati



Ingredienti per 4 persone:
300 g di spinaci
200 g di ricotta light
1 uovo
220 g di farina
500 ml di latte scremato
25 g di burro light
20 g di parmigiano grattuggiato
sale e pepe
farina per la spianatoia


Mondiamo, laviamo e tuffiamo gli spinaci in acqua bollente salata per 2 minuti. Scoliamoli e lasciamo che si raffreddino per poi strizzarli con le mani e tritarli finemente.
Mettiamoli in una ciotola, aggiungiamo la ricotta e l'uovo sbattuto, saliamo, mescoliamo bene e poi incorporiamo 200 g di farina poco alla volta, impastando con un cucchiaio di legno.
Versiamo l'impasto sulla spianatoia infarinata, dividiamolo in 6 pezzi di uguale misura, allunghiamo ogni pezzo a filoncino di 2 cm di diametro e tagliamolo a tronchetti lunghi 2-3 cm.
Premiamo leggermente con la punta dell'indice nel centro di ogni gnocchetto formando una fossetta.
Prepariamo una besciamella leggera: tostiamo la farina rimasta con il burro in una casseruola dal fondo spesso, versiamo il latte a filo, mescolando energicamente con una frusta a mano per non formare grumi.
Saliamo e cuociamo mescolando di continuo con un cucchiaio di legno, finchè la salsa non sarà leggermente densa e velerà il dorso del cucchiaio. A fine cottura incorporiamo il Parmigiano grattuggiato e condiamo con pepe di mulinello.
Preriscaldiamo il forno a 210 C°. Versiamo 1/3 della besciamella sul fondo di una pirofila media.
Tuffiamo gli gnocchi in abbondante acqua salata e appena verranno a galla scoliamoli con il mestolo forato mettendoli nella pirofila. Condiamo la preparazione con il rimanente della besciamella, gratiniamo nel forno ben caldo per una decina di minuti e serviamo!


Una delizia Vegetariana con solo 410 cal a porzione!!


(Tratto da Light)

Dieta e consigli per combattere l'artrite

La causa principale dell'artrite è l'accumulo nell'organismo di sostanze tossiche che provoca il deterioramento metabolico dei fluidi, dei tessuti e delle cellule del corpo.
L'organismo, a causa del suo indebolimento, non riesce ad eliminare completamente queste sostanze che si accumulano. Alla fine si raggiunge l'esaurimento a causa delle cattive abitudini di vita che impiegano l'energia nervosa che può essere ristabilita dopo lunghi periodi di riposo e di sonno.
L'indebolimento inibisce l'escrezione e aumenta l'accumulo di tossine, interferisce con la sintesi nutrizionale, ed il metabolismo subisce dei cambiamenti che portano alla patologia.
Per gli artritici è necessario bere molti liquidi, soprattutto succhi di frutta (che sono molto vitaminici) e mangiare tutti gli alimenti che facilitano le funzioni renali e che apportano sostanze azotate.
Da ridurre il pane, che si può sostituire con patate o crusca, da evitare la carne e mangiare invece pesce magro di fiume o lago.
Mangiare riso in bianco, evitare crostacei, i cibi piccanti, quelli troppo conditi, quelli conservati, affumicati e la selvaggina.
Tra erbe e verdure sono consigliati: legumi, spinaci, cavoli, lattuga, peperoni, bietole, carote e sedano.
Evitare asparagi, rape e fagiolini. Sono consigliate anche le minestre di verdura con brodo sgrassato e le zuppe di foglie tenere di ortica.
Ottimi il succo di limone e la frutta, sia cruda che cotta.

(Tratto da Curarsi con le Erbe)