Pages


mercoledì 29 giugno 2011

L'importanza di mangiare frutta e verdura

Perché è cosi importante mangiare frutta e verdura?

1 Una dieta ricca di vegetali riduce del 30-40% la probabilità di contrarre tumori.
2 Frutta e verdura contengono sostanze indispensabili per la salute: le vitamine e Minerali.
3 Apportano fibre per garantire un adeguato transito intestinale
4 Apportano una significativa quota d’ acqua, elemento indispensabile per la vita
5 La frutta e la verdura hanno effetto alcalino e contrastano l’ acidosi e l’ invecchiamento
La regola: “5 porzioni di frutta al giorno per stare bene”

Un recente studio inglese riferisce che “ se mangiassimo 5 porzioni di frutta la giorno  sarebbero evitati oltre 15000 morti all’ anno”.  Le persone dovrebbero mangiare semplicemente “ 440 grammi di frutta e verdura ogni giorno e 18 grammi di fibre”. Secondo lo studio inglese, sembra che solo un terzo delle persone consumino un tale quantitativo giornaliero di frutta e verdura.


E noi italiani rispettiamo questa regola ?Secondo le indicazioni fornite dall’ istat per l’ anno 2003 anche noi siamo lontani dalla quota ideale di consumo per la  frutta e verdura. Su 58 milioni di italiani:“solo 2,6 milioni di persone consumano 5 porzioni (o più) di frutta e verdura al giorno ,4,7 milioni di persone pensano che la frutta e la verdura non siano  alimenti commestibili ,9,7 milioni di persone consumano frutta e verdura almeno una volta al giorno, e 40,8 ne consumano dalle 2 alle 4 porzioni al giorno.”

Perché è cosi difficile ingerire frutta e verdura?

Questo problema è più frequente nei giovani e nei bambini. I nostri nonni, non vivevano in quest’epoca di benessere e di spreco martellati dalla pubblicità e da stili di vita innaturali. Non esistevano 50 tipi diversi di merendine, 90 tipi caramelle chimiche, e per loro un frutto maturo era già una soddisfazione.

Che fare per cambiare le abitudini alimentari?

Riprendete consapevolezza e sforzatevi di cambiare alimentazione. Il sistema del gusto impiega solo 3 settimane ad adattarsi, dopo diche i cibi che prima tanto amavate vi appariranno per quello che realmente sono. Non dimenticate che gli animali sanno benissimo per istinto quali cibi fanno bene al loro salute e quali devono evitare ( a meno che siano animali domestici, già cresciuti a scatolette !)

 

 

 

In quest’ epoca di pubblicità incontrollate e menzognere,  mi sembra doveroso segnalare un integratore unico nel suo genere, finalmente uno spazio in cui il prodotto presentato non solo vale il suo costo, ma potrà aiutare moltissimo chiunque lo utilizzi. Posso affermarlo per esperienza diretta ed anche grazie anche alle segnalazioni di moltissimi lettori soddisfatti.

Il Vibracell è un concentrato liquido di 42 succhi di frutta e verdure ottenute da culture senza pesticidi, insetticidi e privo di metalli pesanti. Non contiene né coloranti né conservanti né edulcoranti. Ma la caratteristica che sicuramente lo rende unico è la presenza come conservante naturale, dell'energia biofotonica.      

Cosa contiene il Vibracell ?

il Vibracell è ricchissimo di vitamine e d antiossidanti, tutti assolutamente naturali

Succhi concentrati di frutta e verdura:  arancia,maracuja, limone, polpa di pomodoro, carota, barbabietola rossa, sambuco, ribes nero, mirtillo, Succhi concentrati lacto fermentati: carota, sedano, cetriolo, cauto, barbabietola rossa, cipolla, Estratti secchi di piante: camomilla fiori, melissa foglie, rosa selvatica frutti, ortica foglie, carciofo foglie, luppolo fiori, rosmarino foglie, tarassaco foglie, matè foglie. Antiossidanti e Vitamine : Selenio su lievito, coenzima Q10, vitamina C , vitamina E, Vitamina B6, B1, B2, B12, biotina, acido folico, betacarotene, niacina, l-canitina, Altri componenti particolari : Latte di cavalla, olio di semi di rosa canina, concentrato liquido di topinambur, pappa reale fresca, lievito di birra inattivo

martedì 28 giugno 2011

Fiordaliso e ginepro e le loro qualità

L'estate entra nel vivo, i raggi del sole dardeggiano implacabili, la stanchezza (soprattutto quella visiva) è all'ordine del giorno. Infatti non è solo il riverbero a indebolire gli occhi ma un mix di polveri sottili, sudore e ozono, che nelle ore più calde raggiunge picchi allarmanti. Perciò, spesso da un giorno all'altro, ci si risveglia con gli occhi infiammati, gonfi e brucianti e i normali colliri non riescono a risolvere il problema. In questi casi possiamo ricorrere a un rimedio della tradizione erboristica: il fiordaliso. Il suo tranquillizzante colore azzurro-blu rivela le qualità antinfiammatorie di questo fiore spontaneo. È  molto semplice preparare in casa delle efficaci compresse al fiordaliso con le piante spontanee raccolte nei prati o acquistate in erboristeria.
Come fare: Metti in infusione un cucchiaio di fiori di fiordaliso (nei prati o in erboristeria) in una tazza d'acqua bollente,. Copri e lascia riposare per 10 minuti. Filtra il liquido e lascialo raffreddare. Inzuppa nell'infuso a temperatura ambiente due dischetti da strucco (meglio evitare i batuffoli di cotone, le cui fibre possono infiltrarsi tra le ciglia), applicali sugli occhi e lasciali in posizione per 15 minuti, rinnovando l'applicazione a mano a mano che i dischetti si scaldano.
L'olio essenziale di ginepro dona energia con il bagno e i massaggi
Tra gli organi sottoposti a stress durante la bella stagione i reni, che hanno il compito di gestire il comparto idrico del corpo, occupano un posto di rilievo. L'aumento di temperatura richiede un notevole apporto di liquidi e i reni hanno un gran daffare a smaltire il carico di tossine infiammatorie prodotte dal surriscaldamento dell'organismo e di residui minerali introdotti bevendo acque troppo pesanti o bevande inappropriate. Per prevenire il sovraffaticamento renale e scongiurare il rischio che si formino depositi di acidi urici e ossalati di  calcio, ci viene in soccorso l'aromaterapia, in particolare l'olio essenziale di ginepro.
Come fare: Alla sera, versa nell'acqua tiepida del bagno un cucchiaio di latte e 5 gocce di olio essenziale di ginepro e resta in immersione per 15 minuti. Dopo il bagno, diluisci 5 gocce di olio di ginepro in un cucchiaio da tavola di olio di jojoba e massaggia delicatamente la zone renale fino a completo assorbimento: è anti stanchezza.
Ricorda! Non usare l'olio di ginepro in gravidanza o in caso di nefrite o di altri problemi renali di una certa gravità.

lunedì 27 giugno 2011

Melone: il frutto del caldo



Il melone è uno dei frutti-simbolo della stagione calda: dal bel colore solare, ricco di acqua, di fibre e di zuccheri, è nel contempo dissetante e nutriente, e non pesa sulla bilancia, visto che ha solo una trentina di calorie all'etto.
Questa pianta delle Cucurbitacee è originaria dell'Asia centrale e della Turchia: a partire dal V secolo a.C., sbarcò in Egitto e poi a Roma. I meloni italiani più celebri, i Cantalupi (con la scorza spessa e la polpa profumata), furono portati nella nostra Penisola dall'Oriente nel Quattrocento e coltivati per la prima volta a Cantalupo, nei terreni pontifici nei dintorni di Roma. Ma il melone non è solo molto buono: scopriamo come sfruttarne le virtù curative.
Un tonico per la circolazione: con mezzo melone al giorno controlli la pressione
Il melone contiene un'altra percentuale di sali minerali (tra cui ferro, fosforo, sodio e calcio) e in particolare di potassio, il sale che contribuisce a tenere sotto controllo la pressione e ripristina le scorte idriche perdute a causa della sudorazione. Consumare ogni giorno mezzo melone o anche un piccolo melone intero aiuta a proteggere il sistema cardiocircolatorio perché questo frutto contiene l'adenosina, una sostanza che aiuta a mantenere fluido il sangue ed evita la formazione di coaguli. Il melone è anche una miniera di fibre (che mantengono pulito e attivo l'intestino) e vitamina A e C, prezioso "nutrimento" dell'epidermide che durante l'estate è particolarmente esposta agli stress termici e all'aggressione dei raggi solari. Non è invece indicato per i diabetici (è molto ricco di zuccheri) e per chi soffre d gastrite.
La sua polpa è idratante: a fettine disseta la pelle secca
Un primo ed efficace impiego del melone è rappresentato da questa maschera per il viso, perfetta dopo una giornata di esposizione al sole. La polpa di melone assorbe il calore dalla cute e la riporta al giusto grado di idratazione.

Gusta il melone anche con le verdure
Questo piatto rinfrescante e saziante, da  gustare come antipasto, scaccia caldo ed è utile anche per reintegrare i sali persi con il sudore.

Ingredienti
un melone
una falda di peperone verde
una falda di peperone rosso
un finocchio piccolo
2 foglie di basilico
un cucchiaino di aceto di mele
un cucchiaio d'olio extravergine d'oliva
un cucchiaio di semi di sesamo
6 gherigli di noce
sale q.b.

Preparazione
Lavare e pulire finocchi e peperoni e tagliarli a tocchetti; aggiungere le noci, il sesamo, le folgie di basilico spezzettate, condire con sale, aceto di mele, e olio d'oliva. Tagliare il melone in senso orizzontale, svuotare ogni metà dalla polpa e tagliarla a tocchetti. Unire la polpa alle altre verdure e la marinata nel frutto svuotato.

(Tratto da Riza)

giovedì 23 giugno 2011

Cosa fare se troviamo un animale abbandonato

Sperando non ce ne sia bisogno!!!!
  • Chiamare il 112 - numero di emergenza europeo - o il 113 e chiedere di essere trasferiti alla Polizia Municipale o ai Vigili Cinofili Territoriali di competenza del Comune in cui ci si trova.
  • Se ci si trova in Autostrada chiamare il 113 e chiedere di essere trasferiti alla Polizia Stradale di competenza del tratto.
  • Richiedere al 115 l'intervento dei Vigili del Fuoco se il punto per il recupero dell'animale si trova in una posizione pericolosa.
  • In caso di ritrovamento di un animale selvatico contattare il servizio di emergenza della Guardia Forestale al 1515, e/o il più vicino CRAS Centro Recupero Animali Selvatici e seguire in particolare le loro istruzioni sull'eventuale manipolazione dell'animale stesso.
  • Qualora l'animale ritrovato sia ferito o si trovi in condizioni di salute che richiedano cure mediche, recarsi al più vicino Pronto Soccorso Veterinario per le cure più urgenti, attivando comunque tassativamente la catena di intervento deputata al recupero dell'animale abbandonato come descritto ai punti precedenti, ricordandosi che non rientra nelle competenze del Medico Veterinario operante in struttura privata occuparsi di identificazione e sistemazione dell'animale ritrovato!
  • Usare il più possibile il proprio senso civico ed il proprio buon cuore in attesa dell'intervento risolutivo degli Enti responsabili del recupero, considerando anche l'eventualità di procurare una sistemazione e rifocillamento notturni provvisori all'animale ritrovato, qualora il ritrovamento sia avvenuto fuori dagli orari di operatività degli stessi.
In aggiunta al già triste evento dell'abbandono, spesso ci si trova a doversi far prendere da ulteriore sconforto nel constatare che le istituzioni locali deputate ad occuparsi del recupero dell'animale abbandonato si rimbalzano paradossalmente la responsabilità di ufficio in ufficio, e l'incoerenza logistica sul territorio è enorme, con modalità che cambiano di Comune in Comune.
Il consiglio resta quello di usare buon senso e buon cuore, di non scoraggiarsi e pretendere un intervento sollecito da chi di competenza!

mercoledì 22 giugno 2011

Cocktail di uva e melone

Giugno è uno dei mesi più generosi di frutti rinfrescanti come il melone e la prima uva bianca, protagonisti del nostro integratore per l'estate. L'uva bianca è ricca di zuccheri facilmente assorbibili e contiene: vitamine del gruppo B, vitamina PP, vitamina C, vitamina A, potassio, calcio magnesio, ferro, iodio, fosforo, antiossidanti e procianidine oligomeriche (le OPC), sostanza che tonificano la circolazione ed evitano i gonfiori. Il melone, dal canto suo, oltre ad avere un alto contenuto di acqua utile per reintegrare le perdite dovute alla sudorazione, è ricco di vitamina A e C (preziose per la pelle) e accelera il drenaggio delle tossine che generano infiammazioni e cellulite.

Come si prepara
Per due bicchieri di frullato, centrifuga (dopo aver eliminato i semi) 200 g di uva bianca di provenienza biologica; metti nel mixer 200 g di melone maturo a dadini, aggiungi il succo d'uva e frulla il tutto finché non ottieni un composto schiumoso. Servi freddo e gustalo per tutto il mese 2 volte al giorno, lontano dai pasti.

martedì 21 giugno 2011

La meditazione


Cos'è, dunque, la meditazione? Potremmo dire: è l'arte dell'incontro con il nostro vero volto, con noi stessi. Un appuntamento non più casuale e nolente, bensì consapevole. Affinché ciò accada, e per rendere attuali e quasi immediati i benefici dell'eterico convegno, è necessario o pressoché indispensabile praticare una tecnica meditativa.
Ora vi spieghiamo succintamente, ma di più non gioverebbe, un metodo universalmente diffuso e conosciuto: l'attenzione sulla respirazione o consapevolezza del proprio respiro.
Il come e perché esso funzioni è secondario e speculativo. Conoscerne il meccanismo potrebbe in certi casi persino inficiarne la validità, in quanto ne influenzerebbe la pratica. Infatti la mente tenderebbe spontaneamente ad anticiparne gli esiti. Così come prefigurarne le difficoltà le incentiverebbe maldestramente.
Preliminari e posizioni per la meditazione
Scegli un posto tranquillo. Indossa un abito ampio, comodo. Siedi seguendo il buon senso, senza sforzarti in nulla, secondo principi anatomici corretti. Prova con uno sgabello, senza incrociare le gambe. Cerca, comunque, di stare con la schiena ben dritta e senza appoggio.
Oppure siedi su un cuscino consistente, in alternativa un tappeto o una coperta ripiegati. Sarebbe preferibile una panchetta idonea. A stomaco vuoto. Le gambe incrociate, secondo la posizione classica del loto (Padmasana) o semplice (Sukhasana). Bilanciati bene senza pendere né a destra né a sinistra, né avanti né indietro. Mantieni la schiena ben dritta, in posizione verticale e in modo che non presenti altre curve oltre quelle fisiologiche, collo e testa eretti. Appoggia le mani sulle ginocchia. Non importa se dalla parte del dorso o del palmo.
Rimani nella posizione adottata quanto è possibile. Sciogli la posizione, cammina qualche minuto ed eventualmente ripeti.
Disposizione mentale per la meditazione
La propensione, lo stato d'animo con cui intraprendere la tecnica è di apertura alla vita e al respiro, istante per istante, ricettività e umiltà.
La tecnica di meditazione suggerita
Il fulcro della meditazione è l'attenzione. Dopo esserti ritirato, pertanto, in un luogo appartato non esercitare alcuna incombenza. Assumi la tua posizione. Rammenta che dev'essere stabile e confortevole. Segui il naturale flusso del respiro attentamente e continuamente senza condizionarlo in modo alcuno per un periodo di tempo che con la pratica diverrà via via più lungo. Nonostante le possibili fluttuazioni del ritmo respiratorio, l'attenzione non dovrà restare indietro, né anticipare l'evento.

(Tratto da Naturopatiaonline)

lunedì 20 giugno 2011

Pasta al pesto, patate e fagiolini

Con i fagiolini dai una mano all'intestino
L'utilizzo delle patate e dei fagiolini (e con questi ultimi possiamo davvero abbondare), "rubato" alla tipica ricetta genovese della pasta al pesto, permette di guadagnare in gusto e volume della portata pur riducendo la pasta. I fagiolini, ottima fonte di fibre e proteine vegetali, completano l'apporto proteico combinandosi con la pasta, meglio ancora se scegliamo di usare quella integrale. L'unica piccola nota stonata potrebbe essere rappresentata dall'accompagnamento tra pasta e patate: le patate sono ricche di amido, pertanto in genere vengono considerate un'alternativa alle consuete fonti di carboidrati, ma basta non esagerare con la quantità e possiamo permetterci di sfruttare il loro potere diuretico anche in un piatto completo come questo.

Ingredienti per 4 persone
240 g di pasta
150 g di pesto alla genovese
200 g di fagiolini
Una patata
Sale e pepe

Preparazione
Lessare le patate; pulire i fagiolini e lessare anch'essi in acqua salata. Tagliare la patata a cubetti e i fagiolini in pezzi. Cuocere la pasta in abbondante acqua salata. In prossimità di fine cotture, in una padella antiaderente, a fuoco bassissimo, stemperare velocemente il pesto con un po' di acqua di cotture della pasta, aggiungere la patata e i fagiolini e subito la pasta scolata. Saltare il tutto per un minuto, togliere dal fuoco, aggiungere una macinata di pepe e servire subito.

venerdì 17 giugno 2011

Imparare a fare i genitori!


Nel tempo la visione della genitorialità, si è modificata  in quanto essa  oggi viene vista come un qualcosa che ha origine nel periodo dell’attesa, e si estrinseca pienamente nel periodo che succede il parto.
I genitori imparano a fare i genitori piano piano in quanto, la genitorialità non è un dato che si acquisisce istantaneamente ma un lento percorso che ha inizio a partire dal momento in cui il  figlio viene pensato,  ascoltato e guardato. Con la nascita del primo figlio la coppia entra in nuova fase del suo essere “coppia” in quanto deve  pensare non più in termini di Io/Tu ma di Io/Tu/Lui dove il Lui viene prima dell’Io/Tu;. Questa forma di  pensiero  non riguarda unicamente la coppia madre-bambino, come sostenuto da una “vecchia” psicologia, ma l’intero nucleo familiare. Negli ultimi decenni  la nascita di un figlio è divenuta sempre più  sempre una scelta consapevole e una forma di realizzazione di un progetto che è nel contempo personale e di coppia.
I cambiamenti psicologici
La nascita di un figlio comporta sempre molti cambiamenti psicologici in ognuno dei due genitori in quanto essa riattiva non solo l’identificazione con il proprio genitore ma il ricordo di come il genitore svolgeva il proprio ruolo di  genitoriale ; la riattivazione di questi ricordi comporta anche la necessità di elaborare un lutto per la perdita del proprio essere stato figlio.
Ora ogni membro della coppia passa dall’essere figlio all’essere madre/padre pertanto diviene definitivamente adulto.
La nascita del figlio:
Quando il bambino nasce la coppia genitoriale si trova ad effettuare uno spostamento riguardo al bambino immaginato (durante la gravidanza) e quello reale; in questo momento vi è la possibilità che il genitore  proietti sul figlio i propri aspetti infantili.
I primissimi mesi.
Seguendo la teoria di Winnicott, si può osservare come  nei primissimi mesi dopo la nascita la madre sia  completamente assorbita dalla presenza del figlio infatti,  entrando  nella fase della “preoccupazione materna primaria” lei perde di vista il mondo esterno (Winnicott, 1965). In questo momento l’attenzione amorevole e sollecita del compagno e la comprensione da parte dello stesso della difficoltà e della pressione psicologica a cui la moglie è sottoposta sono un valido sostegno ed un aiuto al proseguimento del delicato superamento di questo periodo.
Con la nascita vi è un passaggio dalla fantasia al pensiero all’azione derivante dalla presenza fisica del piccolo che, in questo momento, necessita di cure attente.
La nascita determina anche  uno spostamento dell’investimento narcisistico dalla madre al bambino infatti, la madre antepone i desideri e le necessità del bambino alle sue; ciò comporta un divenire più propriamente altruisti.
FASE DELL’ONNIOTENZA
I primissimi mesi di vita del bambino sono quindi caratterizzati da questa fusione tra la madre ed il bambino fusione che conduce il bambino ad una sensazione di “onnipotenza”; il bambino crede che attraverso il suo desiderio egli riesca a soddisfare i suoi bisogni. Per fare un esempio di onnipotenza pensiamo alla poppata ed al pensiero che l’accompagnaHo un malessere, ma non so cosa sia;Piango;Appare l’oggetto (seno);Prendo il latte, mi sazio, passa il malessere,Il mio desiderio/malessere ha creato l’oggetto.
La fase dell’illusione   deve necessariamente esserci in quanto solo sentendosi onnipotente ed illudendosi il bambino può pervenire alla disillusione ed alla conseguente gestione delle frustrazioni.
         Il periodo della fusione ha una durata di circa ¾ mesi poi, la madre inizia gradualmente ad uscire dalla “preoccupazione materna primaria” e riprende la sua vita di sempre ed il bambino che nel frattempo  è cresciuto, riesce a sopportare qualche piccola frustrazione che la madre gli infligge ed il suo sviluppo prosegue sereno.

I primissimi mesi sono i più delicati
 Tutto questo discorso sulla teoria di Winnicott serve ad indicare che, i primissimi mesi sono i più delicati e forse anche i più stressanti per la coppia genitoriale e che, è normale per la donna in questo momento sentirsi stanca e depresse anche perché, gli ormoni stanno ritornando entro  valori precedenti al parto e quindi, scoppi di pianto, angosce e timori di non essere in grado di accudire in modo perfetto il bambino sono del tutto normali.
         Vorrei qui ricordare che Winnicott parla di “Madre Sufficientemente Buona” ovvero di una madre non perfetta e che a volte ha pensieri non del tutto positivi verso il figlio che può avvertire, in alcuni momenti come “egoista”.
         La preoccupazione deve venire quando le paure, le ansie, i timori sono eccessivi e quando le crisi di pianto o i pensieri negativi durano tutto il giorni ed impediscono una cura adeguata del bambino; in quel caso è bene rivolgersi al proprio medico di base o, eventualmente ad uno psicologo.

giovedì 16 giugno 2011

Rinnova pelle e capelli con l'olio di Argan

Un tempo prodotti di nicchia, i prodotti cosmetici a base di olio di argan si trovano facilmente in commercio, in erboristeria o nelle farmacie con reparto naturale, Sono facili da usare, da soli o abbinati anche allo stesso olio di argan puro, ideale per le pelli più mature. Vediamo allora come farne tesoro, per rallentare i processi di invecchiamento e formare una efficace barriera antiage.
Usa l'olio di argan sulla pelle sciupata...
Prima di tutto, fai uno scrub su viso e corpo con una manciata di mandorle frullate e amalgamate con 2 cucchiai di olio di argan. Massaggia sulla pelle e asporta con acqua tiepida. Poi, procurati in farmacia o in erboristeria una crema a base di olio di argan e usala per un mese come crema da giorno e da notte e anche sul corpo.
...Sui capelli sfibrati...
L'olio di argan può essere efficacemente impiegato come "maschera" ristrutturante su tutta la lunghezza dei capelli e sul cuoio capelluto prima dello shampoo: l'olio di argan va applicato sulla testa e sui capelli con un accurato massaggio e lasciato in posa per 20 minuti circa, 2 volte alla settimana.
E per rinforzare le unghie fragili
Per rinforzare le unghie sfaldate e con la tendenza a spezzarsi, prova questo rimedio della tradizione orientale: una volta la settimana, immergi le punte delle dita e le unghie in due ciotoline contenenti olio di argan intiepidito. Lasciale in immersione per 15 minuti, asciugale facendo un massaggio alla base dell'unghia e sui bordi.

Un buonissimo prodotto lo trovi su http://www.veranatura.it/index.php?option=com_hikashop&ctrl=product&task=show&cid=90&name=puro-olio-di-argania-spinosa-biolbrg-puro-al-100-ottenuto-per-spremitura-a-freddo&Itemid=166&category_pathway=28 

mercoledì 15 giugno 2011

Il ferro: fabbisogno giornaliero e carenze

A cosa serve il ferro ?
1 indispensabile alla formazione dell'emoglobina
2 Il ferro è il principale trasportatore di ossigeno
3 Il ferro è necessario per la sintesi delle collagene
4 Il ferro è presente nel cervello nella sintesi di neurotrasmettitori
5 il ferro è parte essenziale del citocromo P 450
6 Il ferro è necessario per la sintesi del DNA durante la mitosi
7 Esistono enzimi ferro dipendenti
8 l'attività del ferro è legato all'attività della tiroide

Il ferro è indispensabile alla formazione dell'emoglobina e non a caso è il minerale con concentrazione maggiore nel sangue. Il ferro è il principale trasportatore di ossigeno a tutte le cellule del corpo ed essenziale per l’ossidazione degli acidi grassi. Il ferro è anche necessario per la sintesi delle collagene ed è presente nel cervello nella sintesi di neurotrasmettitori per la serotonina dopamina e noradrenalina. Inoltre entro a far parte di molte reazioni aerobie oltre ad essere parte essenziale del citocromo P 450 deputato alla detossificazione di molte composti. Il ferro è necessario per la sintesi del DNA durante la mitosi.
Esistono anche enzimi ferro dipendenti: l'attività del ferro è legato all'attività della tiroide: esiste una correlazione statistica l'anemia sideropenica e ipotiroidismo.
La carenza di ferro nella popolazione
Le carenze sono piuttosto frequenti: 10% della popolazione mondiale soffre di anemia sideropenica. Per le donne fertili e incinte la percentuale aumenta fino al 30%.
I sintomi di una carenza di ferro :
-        astenia,
-        pallore,
-        facile stancabilità sotto sforzo,
-        dispnea , tachicardia,
-        falere rovinate .Le unghie presentano striature longitudinali al fondo di cucchiaio,
-        disfagia,
-        cefalea.
-        calo delle capacità di apprendimento
-       La carenza di ferro inoltre diminuisce la resistenza alle infezioni

Gravidanza  allattamento e ferro
Importante per la madre assume giusti quantitativi di ferro. Piuttosto frequenti i lattanti con carenza di ferro. L' allattamento prolungato provoca sideropenia.  Più una madre arriva alla gravidanza in carenza e più gravi possono essere le conseguenze per entrambi.

Attenzione ai sovradosaggi di ferro
La conseguenza più seria è l' emocromatosi in cui molti tessuti come fegato milza e pancreas si saturo di ferro andando incontro a fibrosi e a danni epatici, disturbi cardiaci e diabete.

Interazioni tra ferro e vitamine
Il ferro è assimilato meglio in presenza di vitamina B6, B9, B12 C rame. Al contrario è antagonizzato dall'eccesso di rame e dall'assunzione contemporanea di vitamina E, Zinco ad alti dosaggi. Tuttavia il rame in giuste dosi è indispensabile per l'attività dell'enzima ferro-ossidasi.

Fabbisogno di ferro giornaliero.
L'assunzione giornaliera di ferro raccomandata è di
-        12 mg per le donne con un'età compresa dagli 11 i cinquant'anni.
-        Per le donne incinta del fabbisogno sale 30 mg 
-        per le donne che allattano a 15.
-        Per gli uomini il fabbisogno è di circa 10 mg
Tipicamente la mancanza è a carico delle donne.

Gli effetti benefici del ferro
il ferro il minerale per eccellenza nella prevenzione dell' anemia durante la mestruazioni. Il ferro migliora il tono muscolare e la funzionalità del cuore. Nelle persone carenti di ferro affette da candida ed herpes simplex , si ha un miglioramento con la somministrazione di sufficienti quantità di ferro e vitamina C. che ne aumenta l'assorbimento.
Utile in caso di Anemia Ferripriva.
Tuttavia bisogna anche valutare :
Sideremia ( ferro libero ematico)
Transferrinemia (la proteina che lo trasporta)
Ferritina (proteine di riserva Fe)
Tutti questi valori devono essere bassi, altrimenti  non è anemia ferropriva  e l’ integrazione di ferro potrebbe essere controproducente. Infatti in caso di  forte infiammazione Traumatismi- infiammazioni autoimmuni, infezioni croniche… si ha un abbassamento fisiologico della sideremia.

I batteri per replicarsi necessitano di ferro. Quindi il nostro organismo , furbo, lo elimina dal sangue. Stesso procedimento avviene in generale durante le infiammazioni: il cui risultato è la produzione di radicali liberi:--SOD->H2O2->questo metabolica si lega al ferro (radicale idrossilico che provoca invecchiamento precoce e neoplasie) che essendo pericolosissimo viene subito tolto dalla circolazione
Se è basso solo il valore della Transferrina dare vitamina A, se è bassa la ferritina dare la Vitamina  C
Dare troppo ferro aumenta l’ omeocisteina che triplica il rischio d’ infarto.
In quali cibi possiamo trovare il ferro ?
il fegato ha un contenuto molto elevato di ferro. Le fonti significative sono di derivazione animale sono rappresentate dal cuore dalla carne magra la lingua. Per quanto riguarda il mondo dei vegetali, le verdure a foglia verde ne contengono in quantità maggiore al pari dei cereali integrali, frutta secca e legumi . Bisogna tenere presente che il 90% del ferro ingerito non viene assorbito.
Gli integratori di ferro
Innanzitutto è utile valutare attentamente se sia effettivamente necessaria un ‘integrazione di ferro. Come visto in precedenza statisticamente parlando, sono soprattutto le donne che hanno bisogno di integrazione di ferro, soprattutto se gravidanza.

martedì 14 giugno 2011

Carpaccio di polpo light!

Il carpaccio di pesce è un'ottima portata per il periodo estivo: è veloce, rinfrescante, leggero e anche rassodante. Se vuoi risparmiare calorie, bisogna scegliere bene il tipo di pesce da utilizzare.
In questo caso si è optato per il polpo cotto al vapore ma da gustare freddo, permettendo così di non perdere in gusto né in digeribilità. È chiaro che abbinando i vari tipi di pesce con le più svariate verdure di stagione, le combinazioni che abbiamo a disposizione sono tantissime e ci permettono di dare libero sfogo i gusti personali presentando sempre diversi abbinamenti.



Ingredienti per 4 persone
500 g di carpaccio di polpo
un peperone rosse
un peperone giallo
circa 100 g di fagiolini puliti
un cespo di lattuga o altra insalata
il succo di un limone
2 cucchiai di olio extravergine d'oliva
sale, pepe bianco q.b.

Preparazione
In una ciotola, mescolare l'olio extravergine con il succo di limone, il sale e il pepe bianco e lasciarvi marinare il carpaccio di polpo per un'oretta. Intanto, scottare in acqua bollente salata i peperoni ancora interi, dopodiché tagliarli in quattro, eliminare i semi e la costa bianca all'interno, spelarli e tagliarli a striscioline. Sbollentare anche i fagiolini e tagliarli a pezzetti una volta raffreddati. Pulire la lattuga e rivestirvi i piatti da portata, disporvi sopra le fette di carpaccio di polp, decorare con i peperoni e i fagiolini. Infine condire con il restante liquido di marinatura.

lunedì 13 giugno 2011

Come scegliere la tinta dei capelli..

La pratica di tingersi i capelli ha origini antichissime. Le donne dell’antica Roma, già 2000 anni fa bramavano capelli biondi … Poi l’avvento dell’era moderna e le sempre crescenti esigenze del mercato, hanno creato delle tinte forti e resistenti in grado di  produrre colori standard perfetti su qualsiasi capello. Siamo nell’era della chimica sintetica, dove gli antichi rimedi fai da tè, basati sui prodotti della natura, non possono competere in alcun modo.

Le tinture chimiche permanenti e i danni alla salute

Inutile dilungarsi. Le tinture permanenti sono le più forti e le più pericolose per la salute. Penetrano non solo nel capello, ma all’interno del bulbo. Le tinture per capelli chimiche contengono sostanze pericolose per la salute in alti dosaggi ed è proprio per questo che sono le migliori per durata e resa cromatica.  La pericolosità di un utilizzo costante nel tempo di queste tinte è stato monitorizzato da diversi studi. Di seguito i risultati principali di tali indagini.
“Nel 2001, l’International Journal of Cancer pubblicò uno studio condotto a Los Angeles dal titolo “Use of Permanent Hair Dyes and Bladder Cancer Risk” che partiva dall’esame di 1514 casi di donne colpite da tumore alla vescica per scoprire che ben 897 casi riguardavano donne che avevano fatto uso di tinture coloranti permanenti per i capelli. Una seconda ricerca fu pubblicata nel gennaio del 2004 sull’American Journal of Epidemiology a seguito di una indagine compiuta da un gruppo di ricercatori della Università di Yale tra il 1996 e il 2002. Tale ricerca ha preso in esame un campione di 1300 donne residente nello Stato del Connecticut, mostrando come coloro che avevano cominciato a tingersi i capelli prima del 1980 hanno corso un rischio di contrarre il linfoma non Hodgkin del 40% superiore.“
E’ evidente che utilizzare tinte con contenuto inferiore di sostanze chimiche sia altamente consigliabile !
Si può fare ameno della chimica per le tinte ? La tinta ideale.
La risposta è semplice: NO! L’unica tinta naturale è l’hennè, nel solo colore in grado di produrre: il rosso hennè. È solo la chimica che ha permesso la creazione delle tinte professionali che noi conosciamo. Questo non significa che un colore deve per forza contenere solo componenti chimici per essere efficace ! Il segreto per avere una tinta buona e sicura allo stesso tempo,  è di utilizzare i prodotti di sintesi  il minimo indispensabile per garantirne l’efficacia . Spesso invece se ne abusa anche per questioni pratiche (il parrucchiere deve garantire una tinta da catalogo indipendentemente dalle condizioni e dal colore del capello) o semplicemente per contenere i costi di produzione (molte sostanze vegetali utilizzate hanno un costo superiore del rispettivo chimico. Usare meno conservanti, accorcia la vita del prodotto con tutte le conseguenze annesse).
L’ideale è una tinta priva delle principali sostanze dannose come l’ammoniaca , metalli aggiunti . I conservanti devono essere utilizzati il meno possibile (non fatevi ingannare dalla presenza dei parabeni, sono i più conosciuti ma non certo gli unici utilizzabili) per quanto riguarda la para-fenilendiammina (PPD). Di cui parleremo in seguito, la legge ammette la sua presenza all’interno di una tinta del 6 %. E’ evidente che meno ne viene utilizzata e meno la tinta può essere allergenica.
I pericoli di troppa chimica: Le reazioni allergiche causate dalle tinte e la para-fenilendiammina (PPD).
Un pericolo immediato è rappresentato alle possibili reazioni allergiche alle tinte coloranti. Sono molte le sostanze chiamate in causa, ma per la stragrande parte, il componente allergenico è rappresentato  dalla para-fenilendiammina (PPD). Per legge questo colorante non può superare il 6 % del prodotto.  Ovviante più è presente  e più è probabile il rischio di reazione allergica.
Fate il test dell’allergia sulla tinta prima di usarla !
Con una semplicissima prova potete verificare se la vostra tinta vi crea qualche problematica  di allergia. Prende una goccia del preparato ed appoggiatela sulla pelle in un punto del braccio. Se entro 36 ore non avete reazioni tipo rossore, prurito o eruzioni cutanee, la tinta è sicura  !
Le sostanze utilizzate nelle tinte tradizionali. Ammoniaca, Metalli, Parabeni, Siliconi, Formaldeide, Nichel.
Metalli aggiunti . La capacità di colorare è tipica di alcuni metalli tossici. Alcuni come il piombo sono già stati proibiti, altri, meno noti no. Quando si parla di metalli tossici, vale il motto : “se li conosci gli eviti !”
Parabeni: conservanti dei prodotti cosmetici. “Sulla base dell’analisi dei dati presenti in letteratura e dei dati di farmacovigilanza, sembra che i parabeni siano composti poco tossici e ben tollerati, sebbene in alcune persone possano indurre la comparsa di reazioni allergiche. Tuttavia recenti studi hanno stabilito che questi conservanti possono essere causa di una lieve alterazione della funzionalità del sistema endocrino.” (farmacovigilanza.org)
Siliconi. Immaginate un film plastico che riveste la pelle ed il cuoio capelluto per mantenere la pelle liscia e morbida evitate soprattutto qualsiasi crema lo contenga e non fatevi raggirare dalla presenza di vitamine  o altro. Sono pochissime e annegate in un substrato sintetico…
Formaldeide. Impiegata in coloranti, decoloranti e aimè pure per la produzione di alcuni formaggi… E’ cancerogena!
Nichel. Le dermatiti da nichel sono un classico. Si stima che il 10% della popolazione femminile ne sia allergica al nichel. L’utilizzo prevalente del nichel è nel make up in particolar modo nelle terre e nei fard.

Ma che differenza c’è tra una tinta professionale forte ed una più naturale?

La tinta del parrucchiere è più forte e penetra non solo nel capello e nel bulbo pilifero. Inoltre il colore è da catalogo e può essere modificato in corso d’ opera attraverso altre aggiunte chimiche. Inoltre i capelli vengono sottoposti a trattamenti che li indeboliscono e favoriscono la caduta. Posso affermalo per esperienza personale. La tinta permanente è studiata per dare il massimo risultato a livello professionale. Chi ha studiato le formule, non si è mai posto come priorità di ottenere una tinta sicura…

Tinte per capelli e gravidanza ed allattamento.

In gravidanza è sconsigliabile utilizzare qualsiasi prodotto chimico e, di conseguenza, anche le tinte per capelli. Lo sviluppo del vostro bambino potrebbe risentirne. Non dimenticate mai che ogni sostanza assunta, ingerita o respirata viene trasferita al feto con temibili conseguenze. E se proprio è indispensabile usarle, sceglietele con cura e nel dubbio consultate il vostro pediatra.

venerdì 10 giugno 2011

Artiglio del diavolo contro artrosi, dolore a schiena anche ed articolazioni

Nome comune: Artiglio del Diavolo
Origine: Nambia
Parte utilizzate : radici secondarie
Costituenti principali:  2% iridoidi ( arpagoside, arpagide e prucumbide) Β-sitosterolo, Acidi triterpenici, flavonoidi
Artiglio del diavolo: botanica curiosità .
L’ arpogofito è una pianta originaria della Namibia, impropriamente chiamata artiglio del diavolo proprio per le caratteristiche delle sporgenze delle radici della pianta che sono molto simili ad artiglio e su cui racconti popolari riferiscono di animali che incautamente camminano sulle radici iniziano a saltare per il dolore tanto da sembrare indemoniati!  La sua introduzione in Europa risale a 1953. I primi studi scientifici che ne dimostrarono l’ efficacia sono opera del Professor Zorn  e si concentrarono sull’ azione antiartritica della radice di Harpagophytum. L'artiglio del diavolo è utilizzato dalla popolazione locale come amaro tonico, nelle febbri nei disturbi digestivi.
Le attività principali e l'impiego terapeutico dell’ artiglio del diavolo.
La pianta possiede un'azione antinfiammatoria, antidolorifica e spasmolitica. L'utilizzo di elezione è a carico dell'infiammazione articolare dove svariati studi hanno dimostrato l'efficacia nel diminuire l'infiammazione associata in casi di tendiniti e periartriti.
Meccanismo d’azione della pianta: il segreto :ridurre l' infiammazione
L’ efficacia della pianta è dovuta alla simultanea azione dei numerosi principi presenti. Come spesso accade durante lo studio sull’azione farmacologica delle piante, le numerose sostanze presenti rendono difficile l'identificazione univoca del meccanismo d'azione. Nel caso del artiglio del diavolo Il Β-sitosterolo inibisce le prostaglandinosinteasi che partecipa alla creazione del processo infiammatorio. Gli iridoidi influenzano inibendo la sintesi delle prostaglandine. L’ arpagoside ha un effetto analgesico e spasmolitico.   Secondo gli studi del Dr. Bernad il meccanismo di azione è legato alla inibizione degli enzimi coinvolti nei meccanismi di infiammazione, che diminuisce a causa di sintesi delle citochine, riduce il gonfiore  e miglioramento del dolore.


Tossicità in effetti secondari.
Da non utilizzare durante la gravidanza: la pianta possiede un effetto ossitocico. Proprio questo motivo, veniva impiegata nella medicina popolare, anche sotto forma di pomata con una preparato da pianta fresca e applicata sull'addome per favorire le contrazioni nei parti difficili.
L'artiglio del diavolo possiede 1% di complimenti Iridoidi, fra cui l’ arpagoside, che è un amaro. Per tale motivo come tutti gli amari, è controindicata in soggetti affetti da ulcera o in associazione farmaci come i FANS e di cortisonici.
Forme Galeniche disponibili in commercio e posologia
Estratti secchi: 100-250 mg cp, in associazione ad altre piante :250-500 mg estratti secchi dovrebbero contenere non meno dell'1,8% di iridoidi di cui almeno l’ 80 % in arpagoside. In capsule gastroresistenti, è possibile diminuire il dosaggio.  Gli iridoidi infatti, vengono degradati dal succo gastrico.
Infuso: in 300 ml di acqua bollente utilizzare da 1.5 a 4.5g. . Attenzione: l’ infuso è amarissimo ! Per prepararlo utilizzare l’ artiglio del diavolo finemente sminuzzato e lasciare in infusione per otto ore a temperatura ambiente. Filtrare e bere tre volte durante la giornata.
Tintura madre: da sola o assieme ad altre tinture a seconda delle esigenze
Nebulizzato è un estratto coso dosato al 2,5% in iridoidi (in arpagoside)


(Tratto da Naturopatiaonline)

giovedì 9 giugno 2011

E dopo la verdura: la frutta tipica di Giugno

Albicocche
Se non mature, lasciatele a temperatura ambiente per qualche giorno. Altrimenti conservatele in frigorifero in un sacchetto di plastica forato per 6-7 giorni.
Amarene
Da conservare a temperatura ambiente, oppure in frigorifero fino al giorno prima del consumo. I frutti raccolti prima della maturazione, rimangono acerbi.
Ciliegie
Acquistatele sempre con il picciolo, con polpa ne' troppo chiara ne' troppo scura. Conservatele in frigorifero per 4 giorni, lavate ed asciugate, meglio se stese.
Fichi
I fichi "fioroni", o "primaticci", maturano in giugno e in luglio; i fichi "forniti" sono quelli che maturano ad agosto e a settembre; i fichi "tardivi", infine, sono quelli che maturano in autunno.
Fragole
Attenzione al colore della fragola, se troppo scuro significa che va consumata in brevissimo tempo. Conservatele in frigorifero per 2-3 giorni al massimo, nel cestino in cui le avete acquistate, in modo che l'aria circoli.
Lamponi
E' uno dei frutti più delicati ed è sensibile alle temperature troppo elevate. Se conservato in frigorifero a +3 °C , si mantiene in ottime condizioni per 1 o 2 giorni.
Melone
Un frutto da consumare sempre quando è a giusta maturazione, altrimenti risulta insipido. Quando lo acquistate, picchiettate la scorza: il suono deve essere sordouo. Conservatelo in frigorifero per 2 o 3 giorni.
Mirtilli
Conservateli il più possibile asciutti, a 1- 3 °C, al massimo per una settimana. Lasciateli nelle loro vaschette, senza utilizzare involucri, in modo che siano ben areati.
Nespole
Se ancora acerbe, vanno conservate a temperatura ambiente per 4 giorni circa. Se già mature vanno messe in frigorifero per 3 giorni al massimo. Sono facilmente deperibili.
Pere
Se mature (la polpa è cedevole sotto una leggera pressione delle dita), si conservano per una settimana in frigorifero. Se acerbe, vanno lasciate a temperatura ambiente.
Pesche
La presenza di foglie è segno di freschezza. Si conservano in frigorifero, meglio se in un sacchetto di carta, per evitare che ammuffiscano.
Prugne e susine
Non acquistatele se troppo dure o dal colore pallido; meglio se ancora provviste di picciolo. Conservatele in frigorifero, in un recipiente di vetro, per 6-7 giorni al massimo.

mercoledì 8 giugno 2011

I pistacchi aiutano a mantenere la linea!

L'aperitivo, si sa, può nascondere parecchie insidie. Patatine, salatini, dolci e affettati saranno di certo buoni ma non sempre sono alleati della linea. Si può dire la stessa cosa dei pistacchi? Assolutamente no. Secondo uno studio pubblicato dalla rivista Journal of the American College of Nutrition, opera dei ricercatori della University of California (UCLA), i pistacchi aiuterebbero a mantenerci in linea e, al tempo stesso, proteggerebbero il nostro cuore dalle malattie cardiovascolari.
Una ricerca lo conferma
La ricerca del gruppo statunitense ha preso in esame 52 persone con qualche "chilo di troppo". Divisi in due gruppi, al primo è stata imposta una dieta sana ed equilibrata della durata di 3 mesi che prevedeva anche di consumare circa 70 pistacchi, corrispondenti a 250 calorie. Al secondo gruppo, con una dieta identica al primo, al posto dei pistacchi sono stati inseriti dei salatini per un totale di 240 calorie (60 grammi). Lo studio ha avuto l'intento di valutare il differente impatto dei grassi sulla dieta. Sia i salatini sia i pistacchi, contengono una buona dose di lipidi. Nonostante i salatini contenessero meno calorie l'impatto sulle persone sottoposte al test è stato nettamente maggiore rispetto a chi aveva mangiato pistacchi.
I pistacchi proteggono cuore e forma fisica
Il parametro valutato è stato il BMI, ovvero l'indice di massa corporea. Al contrario di quanto si potesse pensare, il cibo più calorico, ovvero i pistacchi, hanno contribuito a mantenere stabile il valore di BMI. Non è stato così invece per i salatini. Il risultato ottenuto dai ricercatori statunitensi aggiunge un altro piccolo ma importante tassello sulle proprietà benefiche del pistacchio. Oltre a proteggere cuore e linea, questo frutto è conosciuto per essere un'ottima fonte di antiossidanti come gli isoflavoni. Queste molecole sono in grado di contrastare la formazione di radicali liberi e proteggere quindi il nostro corpo dall'invecchiamento cellulare.

(Tratto da Riza)

martedì 7 giugno 2011

Semifreddo light!!

Questo semifreddo è povero di grassi e zuccheri, ricco di vitamine e minerali della frutta, ben digeribile! Puoi ridurne l'apporto calorico (60 kcal a porzione): elimina la panna e usa invece lo yogurt. Accompagnalo con succo di mela biologico di tipo trasparente (circa 40 kcal un bicchiere).

Semifreddo alle pesche e ciliegie

Ingredienti per 4 persone
2 pesche noce
200 g di ciliegie
base di meringa (80 g)
500 g di yogurt intero
2 cucchiai di zucchero
un cucchiaio di cacao

Preparazione del semifreddo
Unisci lo zucchero allo yogurt. Metti sul fondo di uno stampo il disco di meringa, versa sopra metà yogurt e metti in freezer. Dopo un'ora, versa sopra lo yogurt rimasto miscelato al cacao. Dopo 3 ore decora il semifreddo con la frutta e servi.

lunedì 6 giugno 2011

Verdure e ortaggi del mese di Giugno!

Cicoria da taglio
All'acquisto i cespi si presentano compatti, le foglie non annerite o ingiallite ai bordi. Se in contenitore, fate attenzione che non sia troppo umido.
Cipolla
Le cipolle bianche, e anche gli scalogni, si conservano per parecchie settimane in luoghi freschi ed asciutti.
Fagioli
Si consumano freschi nel perido della loro raccolta, da giugno a settembre, mentre si trovano secchi tutto l'anno. All'acquisto, se freschi, si presentano integri, non macchiati o umidi.
Fagiolino, fagiolo mangiatutto o cornetto
Quando troppo maturo è filoso, mentre se fresco si spezza senza piegarsi. Conservateli in frigorifero per 2 o 3 giorni in sacchetti di carta.
Fave
Se i baccelli sono troppo gonfi, non acquistateli. Le fave fresche si conservano per poco, quindi è meglio lessarle.
Insalatine primaverili
Lattughino, pasqualina, cicorino, raperonzolo, sono soltanto alcuni dei molti tipi di insalatine, da taglio e non, che compaiono in primavera. Da lavare bene, ma non sotto il getto diretto dell'acqua.
Lattughe
Brasiliana (o iceberg), romana, riccia, da taglio, riccia, gentile, rossa, a cappuccio: le varietà sono moltissime. Si conservano in frigo per non più di 2 giorni, già pulita, lavata e asciugata.
Melanzane
In frigo si mantengono fresche per 4 giorni; se non si toglie il picciolo, manterranno più a lungo la loro freschezza.
Peperoni dolci
All'acquisto si presentano sodi, senza parti molli e dal colore vivace. Si conservano in frigorifero per qualche giorno, ma non congelateli.
Piattoni, taccola o pisello mangiatutto
La varietà più verde è tipica dei mesi primaverili, quella bianca dei mesi estivi. Quando è fresco, se piegato si spezza di netto.
Piselli
Si trovano in scatola, freschi, surgelati o secchi: quelli freschi e surgelati vanno cotti per pochi minuti, quelli secchi devono essere ammollati e poi cotti almeno un'ora.
Pomodori
Il pomodoro è coltivato tutto l'anno. E' quindi sempre disponibile, ma è bene approfittare della stagione estiva, quando raggiunge il massimo delle sue caratteristiche.
Rapanelli o ravanelli
E' preferibile scegliere i ravanelli piccoli, quelli più grossi possono risultare legnosi. I mazzetti interi si conservano in frigorifero e vanno consumati prima che le foglie si affloscino.
Rucola
Nell'acquistarla si deve controllare che non vi siano foglie ingiallite o avvizzite; il tempo di conservazione è di 2 o 3 giorni.
Zucchini
Si trovano praticamente tutto l'anno, ma è meglio gustarli nel periodo estivo. Sono facilmente deperibili, e non resistono più di 3 o 4 giorni in frigorifero.