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martedì 31 maggio 2011

Fiori di Bach: cosa sono e come funzionano!

Le essenze floreali sono state utilizzate come rimedi curativi per secoli, ma è Edward Bach, medico inglese, nato nel 1886 in Inghilterra, ad essere considerato il pioniere della Floriterapia moderna.
Nonostante il suo impegno nella medicina e nella microbiologia, egli non trovava soddisfazione nell’ approccio terapeutico allora utilizzato.

In seguito ad una grave malattia, decise di ritirarsi in campagna. Qui si avvicinò alla natura e riuscì ad individuare delle similitudini tra gli stati d’animo dell’uomo e determinati fiori. Fu così che poco per volta arrivò a identificare 38 fiori, equivalenti ad altrettanti stati d'animo che combinati tra loro a seconda delle esigenze della persona, erano in grado di ripristinare l’equilibrio psico-emozionale dell’individuo.

Egli li divise in 12 guaritori:

Agrimony, Centaury, Cerato, Chicory, Clematis, Gentian, Impatiens, Mimulus, Rock Rose, Scleranthus, Vervain, Water Violet

 7 aiuti :

Heater, Oak, Olive, Rock Water, Gorse, Vine, Wild Oat

 19 assistenti :

Aspen, Beech, Cherry Plum, Chestnut Bud, Crab Apple, Elm, Holly, Honeysuckle, Hornbeam, Larch, Mustard, Pine, Red Chestnut, Star of Bethlehem, Sweet Chestnut, Walnut, Wild Rose, White Chestnut, Willow.

Accanto a questi si pone una preparazione particolare, il Rescue Remedy che contiene 5 tra i fiori sopra citati, e che può essere impiegato nelle situazioni d’emergenza come un attacco di panico, uno shock etc.

Ma come funziona la Floriterapia?

Nell’ottica floriterapeutica, la malattia viene vista come il risultato di un conflitto psicologico ed emotivo, che perdurando nel tempo si somatizza a livello fisico.
Quando si è in salute ogni piccola parte di noi vibra in maniera armonica; quando, invece, subiamo un trauma è come se si creasse una disarmonia e una nota stonata s’insinuasse nella nostra melodia globale. Il nostro sistema mente-corpo-spirito, così si perde, e il segnale che ci avvisa di questa disarmonia è la malattia.

I fiori di Bach agiscono come risonanza vibrazionale, ripristinando le giuste vibrazioni e ricreando la nostra armonia interiore.

A volte è molto difficile amarsi e avere voglia di guarire. La scarsa fiducia in sé stessi, la bassa autostima , o sensi di colpa “cristallizzati" possono portare a pensare di non meritare la felicità. A volte si entra talmente in quegli schemi, e si è talmente “abituati” a vivere in quella condizione, che un cambiamento, seppur in meglio, viene vissuto come un cambiamento troppo duro da dover affrontare. Ecco l’importanza dei fiori che agendo sullo strato interiore riescono ad alzare le nostre vibrazioni e aprire il nostro canale per la ricezione del sé spirituale, di inondare la nostra natura con le virtù particolari di cui abbiamo bisogno ed espellere da noi il fallo che ci causa danno.

lunedì 30 maggio 2011

Il prezzemolo: conosciamolo!



E’ praticamente impossibile stabilire quale sia la patria del prezzemolo, visto la sua diffusione odierna, lo si trova in ogni parte del mondo.

Si sa per certo che è una pianta dalle origini antichissime,  che  compare in un erbario greco del III secolo a C., era apprezzata da Plinio e che cresceva nel giardino di Carlo Magno. La sua fama si deve non solo alle sue innumerevoli qualità culinarie, ma anche alle sue proprietà medicinali e cosmetiche.

Infatti  tutti lo conosciamo, è una delle erbe aromatiche più comuni, è facile da coltivare e lo possiamo trovare in qualsiasi supermercato.
Proprietà nutrizionali e benefiche
Il Prezzemolo è una fonte naturale di  vitamine e minerali.

E’ molto ricco di vitamina C, vitamina A,  Betacarotene,  Clorofilla,  Fluoro,  la vitamina  B 12 e di Acidi Essenziali,  tutte queste qualità, aiutano il nostro sistema immunitario.
Organi  interessati
Ricco di proprietà eupeptiche, aiuta il fegato, i reni e le ghiandole  surrenali, purifica il sangue e i fluidi organici.
Come utilizzare il Prezzemolo
L’ideale sarebbe di consumarlo fresco  almeno due o tre volte alla settimana.

Nelle erboristerie possiamo trovare l’infuso di prezzemolo, che è ottimo da bere per che ha problemi di digestione.
In Cucina il Prezzemolo
Si può usare in svariati modi,  per minestre ,risotti, insalate, salsa verde, con altri ortaggi e come rifinitura di alcuni piatti, cosparso  crudo su di essi dando così un tocco di classe e un profumo delizioso.

(Tratto da Naturopatiaonline)

venerdì 27 maggio 2011

Come affrontare al meglio il caldo!

Per affrontare il caldo di questi giorni vanno tenuti in considerazione alcuni suggerimenti che mettono l'organismo in grado di reagire nel migliore dei modi alle difficoltà climatiche, agendo prima di tutto dall'interno.
Una dieta adeguata è la prima controffensiva per il caldo torrido. Nessuno ha voglia di far da mangiare, e così spesso si finisce per mettere in bocca quello che capita, soprattutto quello che non occorre cucinare: formaggi, prosciutto, crackers, merendine. Apparentemente sembra la cosa ideale, ma l'organismo finisce così per immagazzinare dosi cospicue di sale (cloruro di sodio), principale responsabile di quel senso di gonfiore diffuso che colleghiamo al malessere da caldo.
Dal freddo abbiamo ormai imparato a difenderci sfruttando le risorse alimentari che la natura ci mette provvidenzialmente a disposizione con le arance e gli altri frutti invernali, ma anche per vincere il caldo la natura ci viene incontro: albicocche, patate, banane, sono tutte ricche fonti di potassio e magnesio, i minerali che meglio contrastano gli effetti del sodio.

La dieta “tropicale” 

La dieta più indicata per le temperature torride di questi giorni è quella che riduce l'uso di sale, limitandolo soprattutto alle ore più fresche. Diamo spazio allora a tutti gli spuntini a base di frutta e verdura, frullati di banane e latte (anche latte di riso o soia per chi è intollerante), al latte di mandorle o noci(entrambe ricche dei minerali necessari) nelle ore più calde, riservando alla sera piatti freschi ma salati, come il tipico prosciutto e melone, o appetitosi come la pizza. Finché fa caldo, inoltre, gli spuntini leggeri restano sicuramente una scelta migliore di un pasto completo.
Indispensabile bere molto, per reintegrare i liquidi persi col sudore. Al bando gli alcolici, che dilatano i vasi, sì all’acqua con poco sodio, meno di 20 mg/l (un'acqua con molto sodio, e ce ne sono molte in commercio, nelle quantità in cui si beve in questi giorni, rischia di indurre un ulteriore sovraccarico). Importante ricordare che non è l'acqua a provocare gonfiore, ma il sale, che la fa trattenere nei tessuti. 

I rimedi naturali 

Oltre ad aiutarsi con l'alimentazione e con i comuni integratori, l'assunzione di cloruro di magnesio può rappresentare una soluzione efficace per contrastare il senso di svenimento, il mal di testa da calore e gli edemi.
Questo minerale agisce infatti sulla contrattilità dei vasi, e aiuta a mantenere i liquidi all'interno dei vasi stessi. Il cloruro di magnesio va comunque preparato dal farmacista. Se ne assumono 25-30 gocce per 2 volte al giorno, passando a un’unica assunzione (30-35 gocce al mattino) una volta stabilizzata la situazione.

Un altro problema comune, soprattutto nei bambini, è l' eruzione da calore (sudamina): il sudore resta intrappolato sotto la pelle e invece di defluire attraverso i pori si riversa nei tessuti sottostanti, procurando un’eruzione di un rosso abbastanza vivo, caratterizzata da prurito o dolore pungente. In questo caso è consigliabile l’assunzione di Apis 5 o 7 CH, due granuli ogni mezz’ora, distanziando le assunzioni via via che il sintomo si attenua. Utili anche i bagni alcalini: immersioni di almeno mezz’ora (eventualmente versando acqua con una tazza sulle parti che restano scoperte) nella vasca dove avrete fatto sciogliere una tazza di bicarbonato di sodio.

In condizioni climatiche estreme, è anche facile andare soggetti a colpi di calore o a svenimenti. Vale comunque la pena di ricordare che, in caso di colpo di calore, la persona colpita va subito raffreddata in ambiente aerato, con spugnature di acqua fredda o di alcol, che evaporando disperde il calore accumulato.
Anche l'eritema solare è un problema che spesso colpisce nei mesi caldi.

Altre strategie 

Cercare di non uscire nelle ore più calde è ovvio. Dovendo farlo, può essere utile bagnarsi i capelli (o il classico berretto con visiera) prima di uscire. Quando è possibile, imitare una tradizione da paesi caldi, come la siesta, può anche essere una buona idea: almeno in città, la vita continuerà a fervere anche in orari meno torridi.
Sempre utile far scorrere acqua fredda sui polsi, sulle caviglie, sul collo e sulle tempie: rinfrescare la quantità di sangue che passa superficialmente in queste zone è generalmente in grado di garantire un sollievo temporaneo.
Prima di far salire in macchina un bambino o una persona con la pressione instabile, vale sempre la pena di lasciare un po' acceso il condizionatore: nell’abitacolo la temperatura è in genere di almeno 10 gradi superiore a quella esterna.
Tenere in freezer delle bottiglie d’acqua parzialmente riempite d’acqua, alle quali aggiungere acqua fresca prima di uscire, consente di avere a portata di mano qualcosa da bere (o da appoggiare sulla testa o sui polsi per rinfrescarsi) durante gli spostamenti.
Chi ha difficoltà a prendere sonno per il caldo, la sera, può usare una pezzuola bagnata d’acqua fredda sulla fronte o una borsa del ghiaccio. Preziosi anche gli impacchi di ghiaccio sintetico, normalmente usati per le distorsioni, che si adattano facilmente alla forma della testa.

giovedì 26 maggio 2011

Rimedio antizanzare!


Tutti corriamo a comprare insetticidi, spray candele varie, evaporatori e qualunque sostanza chimica utile per allontanarle da noi. I più sensibili comprano le candele alla citronella. Peccato che queste esalazioni le respiriamo anche noi ! Come possiamo difenderci in modo naturale ?
E’ possibile limitare in modo significativo la presenza di zanzare ricorrendo all’ aromaterapia e all’ uso degli oli essenziali.
Ecco la ricetta anti zanzare, salutare e assolutamente naturale:
E’ sufficiente utilizzare in un diffusore tre oli essenziali:
-          Olio essenziale di citronella
-          Olio essenziale di Geranio
-          Olio essenziale di Tea Tree (albero del tè )
Tenere le proporzioni identiche per tutti gli oli.
Provare per credere.
E se proprio dovessero pungervi … basta una goccia di olio essenziale di lavanda : il dolore ed il gonfiore spariscono!

mercoledì 25 maggio 2011

Aloe:conosciamola!



Considerata pianta appartenente alla famiglia delle Liliaceae, oggi viene catalogata come una famiglia a parte: “ le Aloaceae”,  ne fanno parte circa 360 varietà distinte per tipologia e luogo di origine, di cui solo 4-5 sono dotate di proprietà medicinali o terapeutiche.
Nella Farmacopea Europea sono inserite due specie solamente:

ALOE del CAPO: aloe ferox Mill.
ALOE delle Barbados: aloe Barbadensis Mill o Aloe Vera L.

Ci sono altre specie utilizzate come l’ALOE Arborescens, l’ALOE Perri Backer conosciuta come Aloe Socotrina.
La pianta ha bisogno di 4 anni per raggiungere la maturazione completa e poter essere utilizzata come pianta medicinale. Completata la maturazione, solo le foglie esterne vengono utilizzate per la preparazione delle varie forme utilizzate. Nella zona del taglio si assiste ad una rimarginazione quasi istantanea.
La pianta deve essere tenuta ad una temperatura non inferiore a 7-10°C.

ALOE VERA: le sue foglie sono molto ricche di gel rispetto alla cuticola esterna e si ha una predominanza tra tutte le sostanze di un mucopolisaccaride, l’acemannano, coinvolto nei principali processi di immunomodulazione, cicatrizzazione e reazioni antinfiammatorie.
Risulta la più conosciuta e la più utilizzata nel mondo.
Questo è dovuto alla sua capacità di avere una alta resa, di essere dotata una notevole robustezza e facilmente trasformabile.
La pianta necessita di 4 anni per raggiungere la piena maturità.

ALOE ARBORESCENS: presenta foglie meno carnose e più sottili e filiformi con una cuticola esterna più spessa, che la rende più resistente e fornisce una maggiore concentrazione di sostanze antrachinoniche, responsabili degli effetti purganti, citoprotettivi ed antitumorali. Il gel interno è proporzionalmente inferiore all’altra specie. Le sue proprietà terapeutiche sono superiori all’altra specie ma con un prezzo nettamente superiore, per cui non è necessariamente giustificabile il suo uso se non per una reale necessità terapeutica.
       
ALOE FEROX: le foglie hanno una consistenza a metà tra le due altre varietà. Il gel è ricco di vitamine e sali minerali tra cui spicca notevolmente il ferro. La produzione di mucopolisaccaridi è buona ma la presenza di antrachinoni è limitata  per cui il suo impiego è preferibile associato ad altre varietà. Ha un notevole effetto rinvigorente specialmente nelle anemie.

ALOE CHINENSIS: varietà molto preziosa e poco diffusa. Il suo utilizzo e molto limitato dal suo elevato costo. Le foglie hanno poco gel e molta buccia per cui predominano i composti antrachinonici rispetto ai mucopolisaccaridi, ma contiene una quantità consistente di minerali e vitamine. Questa elevata concentrazione di Magnesio, Calcio e Potassio ne fanno un rimedio importante nella medicina cinese.
Come prendersi cura della pianta di Aloe
La pianta deve essere innaffiata in inverno ma mai in estate quando va' lasciata all’asciutto.
Quando le foglie sono rossastre vuol dire che sta soffrendo per la troppa insolazione.
In inverno ritirare in casa. Necessita di terreno acido.
È un mangiatore di veleni dall’ambiente.

martedì 24 maggio 2011

Esercizio rilassante per dormire meglio

Prima di andare a letto, prova questo esercizio.
        Stenditi sul pavimento con la schiena a terra, le gambe leggermente divaricate, le braccia ai lati del corpo e le palme delle mani rivolte verso l’alto.
        Chiudi gli occhi e concentrati sulle diverse parti del tuo corpo.
        Inizia dalla sommità della testa e scendi giù fino alle dita dei piedi.
        Presta attenzione dapprima alla tensione sulla fronte, poi a quella attorno agli occhi, al volto e alla mascella, rilassando gradualmente queste parti.
        Tendi e rilassa ogni muscolo del tuo corpo, come anche le spalle e il collo.
        Concentrati su ciascun area del tuo corpo. Vai dalla testa giù fino al tronco, poi lungo le gambe per terminare sulla punta delle dita dei piedi.
        Resta in questo stato di rilassamento per pochi minuti. Concentrati sul respiro allontanando lo stress e le preoccupazioni dal corpo e dalla mente. Assicurati che il tuo respiro si approfondisca riempiendo d’aria lo stomaco e fluisca con lentezza e regolarità.
        Stiracchiati dolcemente prima di alzarti in piedi.
Questo esercizio dice al tuo corpo che è bene allentare la tensione e rilassarsi lasciandosi alle spalle tutte le tensioni, lo stress, le paure e le preoccupazioni.
Molte altre tecniche ed esercizi sono disponibili per favorire la respirazione profonda e il rilassamento. Non devi che scegliere fra queste quella che più fa al caso tuo.
Lo scopo è riconoscere che la respirazione profonda e la concentrazione rilassata sono ottimi strumenti per ottenere un sonno naturale.

(Tratto da Naturopatiaonline)

lunedì 23 maggio 2011

La Buona Notizia: i benefici della pennichella


Basta schiacciare un pisolino di 45 minuti per far tornare la pressione sanguigna dentro i valori normali dopo un evento stressante. È la conclusione di un esperimento condotto dagli esperti dell’Allegheny College, negli Usa, che hanno “arruolato” due gruppi di persone, uno con il permesso di dormire fino a 60 minuti ogni giorno, l’altro con il divieto assoluto di siesta pomeridiana. Dai risultati, pubblicati sul Journal of Behavioural Medicine, è emerso che il gruppo che ha potuto dormire tra i 45 e i 60 minuti mostrava di avere valori della pressione sanguigna più bassi dopo un’attività stressante. Inoltre, i “riposati” dichiaravano anche di essere più “vigili” rispetto ai componenti del secondo gruppo.
Gli esperti di medicina del sonno dicono che negli ultimi 50 anni fa le persone dormono meno, in media hanno perso due ore di sonno per notte. Colpa dei ritmi più intensi e dei turni di lavoro - sono aumentati i lavoratori "notturni" -, delle abitudini rivoluzionate dalle nuove tecnologie.
I ricercatori, guidati da Ryan Brindle e Sarah Conklin, sostengono che saranno necessari ulteriori studi “per esplorare il meccanismo con cui il sonno diurno è collegato con la salute cardiovascolare” e per valutare la siesta quotidiana come una pratica salutare “specialmente per gli individui con rischio di malattia cardiovascolare e quelli con una qualità del sonno non ottimale".

venerdì 20 maggio 2011

Raffreddore da fieno e rinite allergica stagionale. Cause rimedi antiallergici e antistaminici naturali

Che cos’è un ‘allergia ?
L’ allergia è un iperreattività del sistema immunitario nei confronti di sostanze comuni innocue per la maggioranza delle persone. In questi soggetti la reazione è sproporzionata rispetto alle causa scatenante. L’ allergia è sempre caratterizzata da due fasi. La prima fase “ DI SENSIBILIZZAZIONE “in cui veniamo a contato con la sostanza (polline, polvere… ). Il sistema immunitario produce anticorpi specifici (IgE). La seconda fase parte alla seconda esposizione alla stessa sostanza : “FASE DI REAZIONE” . l’ antigene (la sostanza ) si lega alle IgE e da qui parte la reazione allergica i cui sintomi sono ben noti: vengono liberati mediatori chimici pro infiammatori che provocano vasodilatazione ed aumento dell’ attività delle ghiandole secretorie
Raffreddore da fieno  o rinite allergica stagionale.

Sono le forme più comuni e diffuse di allergia . Sono i vari pollini aerei i responsabili dell’ infiammazione a livello nasale che , sovente interessa anche le congiuntive . I sintomi sono molto fastidiosi e spesso anche invalidanti: naso, gola e occhi iniziano a prudere . In breve segue lacrimazione , starnuti e secrezione nasale. Frequenti anche le cefalee l’ insonnia e la depressione.
 A seconda dei pollini e dal periodo di rilascio aereo, si distingue la febbre da fieno primaria causata dai pollini di alberi  come la quercia, l’ olmo, la betulla ed il pioppo.  la febbre da fieno estiva : causata dai pollini delle graminacee ad essere chiamati in causa . La febbre da fieno autunnale : causata dai pollini delle erbe selvatiche . Con l’ avanzare della stagione possono comparire disturbi a carico del sistema bronchiale : tosse e affanno asmatico. I mediatori chimici scatenati a livello dei bronchi nella fase di reazione provocano la contrazione della muscolatura e l’ infiammazione della mucosa con secrezione di muco. Il muco prodott
o è molto denso e assieme alla riduzione del lume bronchiale si verifica una difficoltà nell’ espirazione. Nelle crisi asmatiche l’ espirazione è difficoltosa e non riesce ad avvenire in modo naturale.
L’ importanza dell’ alimentazione nelle persone che soffrono di allergia.
E’ fondamentale moderare gli alimenti allergizzanti e isatmino liberatori . Il consumo di latte e derivati provoca un ‘ipersecrezione di muco che aggrava la sintomatologia di chi soffre di asma e rinite allergica. Queste sostanze producono delle tossine che vanno drenate dall’ organismo. Le persone già deboli a livello emuntoriale (fegato e reni) rischiano di avere ulteriori ripercussioni a livello respiratorio.
Per quanto riguarda gli alimenti che stimolano la liberazione di istamina o la contengono , come fragole e cioccalato e crostacei, particolare attenzione va dedicata ai formaggi fermentati che hanno un contenuto elevato di istamina. Anche gli insaccati sono da evitare per gli stessi motivi.
Tra gli alimenti instamino liberatori segnalo anche i molluschi , i pomodori ,noci, mandorle,arachidi e frutta secca in generale. Anche il caffè e da evitare anche per le sostanze tossiche che contiene ( metilxantine smaltite dal fegato).
Gli additivi alimentari , coloranti conservanti, addensanti… contengono svariate sostanze tossiche e amine vasoattive. Additivi contenenti benzoati e tartrazina stimolano un aumento dei mastociti, coinvolti nella produzione alcuni mediatori chimici pro infiammatori
Allergia e naturopatia : capacità emuntoriale scarsa
In chiave naturopatica ,la salute dipende dalla capacità emultoriale. I rifiuti metabolici, le sostanze tossiche che assumiamo per via aerea ed alimentare, avvelenano costantemente il nostro organismo, favorendo l’ invecchiamento e la comparsa di malattie. La nostra capacità di eliminare queste tossine tramite gli organi emuntori primari, fegato e reni, sono di primaria importanza. In caso di  debolezza costituzionale o di semplice sovraccarico, intervengono in soccorso gli emuntori secondari , rappresentati da intestino pelle e polmoni.
Il soggetto allergico, per sua costituzione tende all’ accumulo. La crisi allergica rappresenta il momento in cui l’ organismo tende a scaricare l’ accumulo. Da qui l’ importanza di un ‘alimentazione corretta che non vada ad aggravare il carico emuntoriale.
L’ importanza dell’ alimentazione biologica
Proprio per i sopra citati motivi, le persone che soffrono di rinite allergica o febbre da fieno , troveranno giovamento da un cambio di regime alimentare. Cereali integrali, verdura,frutta,legumi  ,alcune alghe e pesce, miso ed olii spremuti a freddo. Tutto biologico !
Allergia e Fattori psicologici
La persona allergica è soggetta ad accumulo di tossine per sua costituzione. L’ accumolo oltre che fisico, può essere psichico. Il nemico comune a tutte gli essere umani si chiama Stress. Lo stress indebolisce il nostro sistema emuntoriale, consuma un quantitativo superiore di vitamine e sali minerali, minando il nostro fisico in profondità. L’ organismo fa del suo meglio per difendersi fino a scatenare un processo infiammatorio con tutte le reazioni associate. Proprio per questo motivo è importante un supporto anche emotivo emozionale.
Le allergie rappresentano uno squilibrio alterato tra la persona ed il modo che lo circonda. Il soggetto vive con maggiore tensione  i rapporti verso l’ esterno e questa problematica di carattere psicologico aumenta lo stress. Lo stress gioca un ruolo importante ,sembra infatti che aumenti la sensibilità individuale all’ allergia. Chi è allergico ad acari polline, spesso soffre di intolleranza anche verso certe persone o certe situazioni. Spesso i soggetti allergici ,neppure si rendono conto del problema e difficilmente provano a risolverlo.
Fitoterapia : le piante amiche del nostro sistema immunitario
Ribes Nigrum ( Ribes Nero) àAntiinfiammatorio Antiallergico
Per le manifestazione delle allergie la parte più indicata è il gemmo derivato. Studi hanno dimostrato la sua efficacia come anti infiammatorio con proprietà antiallergiche tali da essere definito cortison like vegetale, senza peraltro avere effetti collaterali iatrogeni dei corticosteroidi (cortisone) . La sua azione stimola  il surrene aumentando la concentrazione di cortisolo naturale nel sangue. Questa azione è di fondamentale importanza proprio nelle manifestazioni allergiche e infiammatorie e viene potenziata dalla sinergia con altre piante.
Il Cumino (Cuminum cyminum L.) è una piccola pianta annuale della famiglia delle Apiaceae originaria dell’Egitto ma coltivata largamente in Asia e nell’Europa meridionale.
I suoi semi sono sempre stati utilizzati come spezia, avendo proprietà simili ad altre note piante della stessa famiglia (Anice, Finocchio, Carvi, Cumino nero): oltre a essere dei gradevoli aromatizzanti e digestivi, essi aiutano a contrastare i gas che si ristagnano nel tubo digerente (con eruttazioni, meteorismo, flatulenza), hanno una blanda azione antisettica e riducono gli spasmi con effetto antidolorifico.
Queste caratteristiche dei semi sono dovute alla presenza di oli essenziali volatili (aldeidi e idrocarburi terpenici) insieme a flavonoidi, tannini e mucillagini. I semi di Cumino hanno inoltre proprietà emmenagoghe (favoriscono il mestruo) e galattogoghe (favoriscono la lattazione).
Sono anche ricchi di vitamine (B1, B2, B3, B6, C, K, folati) e sali minerali (calcio, ferro, sodio, fosforo, magnesio, potassio, managnese e selenio).
Solo di recente se ne sono riscoperte le proprietà antinfiammatorie e antiallergiche dovute alla presenza di un olio fisso (circa 20%) ricco di acido linoleico e acido gamma-linolenico (GLA): queste sostanze, come noto, sono in grado di modulare le risposte immunitarie agendo su alcuni mediatori infiammatori (prostaglandine) e stabilizzano le membrane delle cellule maggiormente esposte alle sostanze irritanti o allergizzanti.
Astragalus Mambranaceus ( Astragalo ). L’ Astragalo è una pianta versatile : à Immunostimolante, antivirale, adattogena , cardiotonica, diuretica ,antiossidante… Rafforza il sistema immunitario migliorando la funzionalità dei macrofagi e difendendolo dall’ immunosoppressione.  La capacità antivirali sono giustificata dal miglioramento delle funzionalità immunitaria . In vitro è stata anche dimostrata la sua capacità di mantenere le cellule vive per maggior tempo aumentandone la crescita ed il metabolismo assieme ad un minor consumo di ossigeno. L’ azione antiossidante ad opera dei flavonoidi migliora la superossido- dismutasi  (SOD) : uno dei maggiori agenti anti ossidanti nella cellula .
Adatoda vasica ( Adhatoda ) Broncodilatatore , Antistaminico,  Espettorante, Mucolitico e Antisettico
Broncodilatatore e antiistaminico: il principale alcaloide attivo, la vasicina, e il vasicinone, producono una prolungata broncodilatazione comparabile a quella ottenuta con teofillina, dovuta in parte a depressione delle terminazioni nervose vagali a livello bronchiale, in parte ad una vera azione stabilizzante antiistaminica, diminuendo le resistenze al flusso respiratorio.
Espettorante-mucolitico: l’ azione è piuttosto marcata ,  dovuta alla sinergia dell’olio essenziale con i principi alcaloidi contenuti. Questi agiscono depolimerizzando le mucoproteine (il muco si scioglie diventando meno denso) e stimolano la funzionalità ciliare dell’apparato respiratorio ,favorendo l’eliminazione del muco stesso.  Effetto antisettico: l’olio essenziale inibisce la crescita del Mycobacterium tubercolosis e di altri agenti responsabili delle affezioni bronchiali.
Scutellaria  Baucalensis ( Scutellaria ): Antiallergica ed antiinfiammatoria
Contiene circa il 12% di flavonoidi . I flavonoidi sono responsabili dell’ attività terapeutica della pianta che esplica una marcata azione antiinfiammatoria ed antiallergica. E' indicata per le patologie di origine allergica come l'asma, la febbre da fieno, l'eczema e l'orticaria.  Il flavonoide più importante a cui si deve l’azione antiallergica è la baicalina.

(Tratto da Naturopatia online)

giovedì 19 maggio 2011

Erbe e Piante: conoscerle per utilizzarle al meglio

 I prodotti a base di erbe e piante sono tutti uguali oppure ci sono delle differenze da verificare al momento dell’acquisto?
Sempre più persone utilizzano metodiche naturali per la tutela della propria salute. In effetti, ormai si trovano integratori e prodotti erboristici anche al supermercato:  si sente parlare, per esempio, di echinacea per prevenire gli stati influenzali ed ecco che si compra il primo prodotto che capita a base di questa pianta e lo si utilizza. I mezzi di informazione, dal canto loro, pubblicizzano quello e quell’altro prodotto rendendo la scelta veramente difficile agli inesperti. Dovremmo però domandarci: i prodotti a base di erbe e piante sono tutti uguali oppure ci sono delle differenze da verificare al momento dell’acquisto? E’ veramente saggio affidarsi alle proprie conoscenze per l’acquisto oppure sarebbe sempre meglio affidarsi ai consigli di un esperto professionista? Erbe e piante possono avere effetti collaterali, oppure, visto che si tratta di sostanze naturali, sono prive di effetti che potrebbero essere nocivi per la salute? Nella trattazione che segue cercheremo di fare un pò di luce su questi argomenti nella speranza di essere di aiuto all’utilizzatore di tali prodotti, senza avere la pretesa di spiegare un argomento così vasto come quello della fitoterapia.

Il principio attivo
La prima cosa da sapere è che quello che a noi interessa è il principio attivo del vegetale. Il principio attivo è una sostanza dotata di attività farmacologica che ha delle indicazioni e delle controindicazioni. Questi principi attivi a volte funzionano meglio assunti con il resto del fitocomplesso (altre molecole particolari della pianta) che non isolati ed estratti (come dimostrato, del resto, da numerosi studi). I principi attivi sono studiati ormai da tempo e sono la ragione prima per cui una pianta o erba produce effetti sul nostro organismo. Molti farmaci imitano direttamente la composizione chimica del principio attivo naturale (un esempio noto ai più è quello dell’acido acetilsalicilico e dell’Aspirina). Alcuni principi attivi che troviamo in natura (e ormai studiati scientificamente ed utilizzati anche per la produzione di farmaci) sono gli eterosidi salicilati, idrochinonici, cardiotonici, saponosidi, cianogenetici, antrachinonici, flavonoidici, antociandosidi, solforati, iridoidi, le mucillaggini, i polisaccaridi, gli amari, i tannini, gli alcaloidi, ecc.

Il metodo di estrazione
Dato che la quantità di principio attivo dipende dal metodo di estrazione diventa quindi di fondamentale importanza capire quali sono i principali metodi di estrazione (altresì denominate forme galeniche). Alcuni di questi metodi sono l’estratto secco, l’estratto fluido, la polvere, la tintura madre, i macerati glicerici, la sospensione integrale di pianta fluida, la tisana, ecc. Alcuni di questi li avremmo sentiti sicuramente nominare. E’ importante notare che spesso solo una di queste forme galeniche potrebbe contenere il principio attivo della pianta / erba che a noi interessa: le altre forme galeniche conterranno altri principi attivi. Quindi assumere la tintura madre di una determinata pianta non è spesso equiparabile ad assumere l’estratto secco titolato della medesima. E’ fondamentale inoltre capire quale parte della pianta si sta assumendo perchè, per esempio, le foglie potrebbero possedere un principio attivo che le radici non hanno. Un altro aspetto essenziale è sicuramente quello relativo alla titolazione e standardizzazione di un determinato principio attivo contenuto nella pianta: gli studi comprovano spesso che solo una determinata quantità di principio attivo fornisce uno specifico effetto sull’organismo. La titolazione e la standardizzazione stanno a significare proprio questo: l’azienda produttrice garantisce che un determinato prodotto possiede, per ogni compressa/capsula un certo quantitativo di estratto della pianta e che in quel quantitativo vi è una determinata percentuale di quello specifico principio attivo. Un esempio per capire meglio potrebbe essere dato dal famoso Ginkgo (Ginkgo biloba L.): questa pianta è stata oggetto di parecchi studi che hanno stabilito che gli effetti voluti si hanno soltanto assumendo una posologia media di 120-240 mg/giorno, titolata al 24% in flavonoidi nonchè al 6% in derivati terpenici. Ecco perchè molto spesso si sente dire “Ho assunto il tale prodotto a base di Gnkgo, ma non ho avuto alcun effetto”.. al che si potrebbe sicuramente obiettare “Il prodotto che ha assunto era standardizzato e titolato nei quantitativi corretti?”

E’ quindi consigliato il fai da te?
La complessità della materia che professionisti quali  gli erboristi e i naturopati ben conoscono, in base anche a quanto sopra riportato, fanno facilmente comprendere come possa essere sconsigliato e controproducente, nonchè talvolta pericoloso, l’utilizzo fai da te dei prodotti naturali. Questo discorso non vale solo per le erbe e le piante, ma anche per gli integratori vitaminici e minerali: determinate quantità di vitamine / minerali possono avere effetti terapeutici: per esempio la vitamina E a determinate dosi svolge un importante effetto anticoagulante... quindi cosa accadrebbe se assumessimo una certa dose di vitamina E associata a farmaci anticoagulanti? Cosa accadrebbe se utilizzassimo, poi, la vitamina E in associazione con erbe e piante che producono il medesimo effetto? Correremo sicuramente il rischio concreto di far iniziare emorragie.  E’ sempre d’obbligo, pertanto, rivolgersi ad un professionista esperto che sappia consigliare al meglio il proprio cliente sul quantitativo e tipo di prodotto da assumere, dopo aver effettuato gli opportuni studi nel settore.  Non bisogna quindi certo giocare con la propria salute ed interpellare comunque sempre il medico in caso di presenza di patologie.
(Tratto d Naturopatia Online)

mercoledì 18 maggio 2011

La buona notizia: La risata come farmaco: istruzioni e posologia



Ciò che si conquista con un sorriso, rimane per sempre (Gandhi)
Ridere fa bene al cuore. Uno studio dell’Università di Baltimora, presentato fin dal 2007 all’American College of Cardiology, l’appuntamento più significativo per tutti i cardiologi del mondo, svoltosi a Orlando, in Florida, ha dimostrato come la risata sia un vero e proprio farmaco.
I ricercatori ci suggeriscono dosaggio, indicazioni e controindicazioni.
Dosaggio: una somministrazione di quindici minuti al giorno di risate.
Indicazioni: consigliato a tutti, uomini e donne, grandi e piccini, ma in particolare ai malati cronici o alle persone “stressate”.
Controindicazioni: nessuna.
Una medicina che fa bene a tutti, dunque. La terapia del sorriso non è del resto una novità: chi non conosce la storia di Patch Adams, il medico americano con il naso da clown che ha trasformato la risata in cura?
Gli studiosi dell’Università del Maryland a Baltimora hanno dimostrato che la risata è capace di stimolare l’espansione dell’endotelio, il rivestimento interno dei vasi sanguigni, favorendo la vasodilatazione e quindi un maggior flusso di sangue, esattamente come succede con l’esercizio fisico.
Misurando con gli ultrasuoni, su un gruppo di volontari, il flusso del sangue in una arteria del braccio, i ricercatori hanno mostrato come il flusso aumentava o diminuiva prima e dopo la proiezione di due film, uno allegro (Tutti pazzi per Mary) e uno drammatico (Salvate il soldato Ryan). In quattordici dei venti spettatori volontari le arterie si restringevano e il flusso sanguigno si riduceva alla visione del film drammatico, mentre l’inverso avveniva con quello allegro.
I benefici del riso sono conosciuti fin dai tempi di Ippocrate e Galeno, che attribuivano a certi umori la potenzialità di migliorare o peggiorare la salute: pensavano che l’umore malinconico andasse a impregnare di sostanze velenose il sangue, mentre il ridere liberasse sostanze benefiche.
La scienza di oggi ha confermato le antiche sapienze. Il cervello contiene più di dieci miliardi di cellule nervose. Moltissime connessioni si agganciano ad altri neuroni per portare notizie attraverso impulsi elettrici. L’impulso elettrico può essere paragonato a uno “spruzzo” costituito da neurotrasmettitori: l’acetilcolina, l’adrenalina e le endorfine, tra gli altri.
Se, ad esempio, riceviamo una notizia non troppo piacevole, si scatena una reazione furibonda. Il midollo inizia a pompare adrenalina e noradrenalina, e queste sostanze producono alterazioni biologiche significative: sale la pressione, il cuore pulsa veloce, le nostre difese interne si abbassano e diventiamo più vulnerabili alla malattia.
Se al contrario riceviamo una notizia piacevole o ci raccontano una barzelletta, al termine della risata si ha un rilascio di endorfine, dette anche “oppioidi endogeni”. Gli effetti delle endorfine scatenate dal ridere sono quattro: calmante, antidolorifico, euforizzante e immunostimolante.
I ricercatori americani concludono che una buona ricetta pratica per uno stile di vita salutare, dovrebbe comprendere “trenta minuti di attività fisica tre volte alla settimana e quindici minuti di risate al giorno”. 

(Tratto da Eurosalus)