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giovedì 19 maggio 2011

Erbe e Piante: conoscerle per utilizzarle al meglio

 I prodotti a base di erbe e piante sono tutti uguali oppure ci sono delle differenze da verificare al momento dell’acquisto?
Sempre più persone utilizzano metodiche naturali per la tutela della propria salute. In effetti, ormai si trovano integratori e prodotti erboristici anche al supermercato:  si sente parlare, per esempio, di echinacea per prevenire gli stati influenzali ed ecco che si compra il primo prodotto che capita a base di questa pianta e lo si utilizza. I mezzi di informazione, dal canto loro, pubblicizzano quello e quell’altro prodotto rendendo la scelta veramente difficile agli inesperti. Dovremmo però domandarci: i prodotti a base di erbe e piante sono tutti uguali oppure ci sono delle differenze da verificare al momento dell’acquisto? E’ veramente saggio affidarsi alle proprie conoscenze per l’acquisto oppure sarebbe sempre meglio affidarsi ai consigli di un esperto professionista? Erbe e piante possono avere effetti collaterali, oppure, visto che si tratta di sostanze naturali, sono prive di effetti che potrebbero essere nocivi per la salute? Nella trattazione che segue cercheremo di fare un pò di luce su questi argomenti nella speranza di essere di aiuto all’utilizzatore di tali prodotti, senza avere la pretesa di spiegare un argomento così vasto come quello della fitoterapia.

Il principio attivo
La prima cosa da sapere è che quello che a noi interessa è il principio attivo del vegetale. Il principio attivo è una sostanza dotata di attività farmacologica che ha delle indicazioni e delle controindicazioni. Questi principi attivi a volte funzionano meglio assunti con il resto del fitocomplesso (altre molecole particolari della pianta) che non isolati ed estratti (come dimostrato, del resto, da numerosi studi). I principi attivi sono studiati ormai da tempo e sono la ragione prima per cui una pianta o erba produce effetti sul nostro organismo. Molti farmaci imitano direttamente la composizione chimica del principio attivo naturale (un esempio noto ai più è quello dell’acido acetilsalicilico e dell’Aspirina). Alcuni principi attivi che troviamo in natura (e ormai studiati scientificamente ed utilizzati anche per la produzione di farmaci) sono gli eterosidi salicilati, idrochinonici, cardiotonici, saponosidi, cianogenetici, antrachinonici, flavonoidici, antociandosidi, solforati, iridoidi, le mucillaggini, i polisaccaridi, gli amari, i tannini, gli alcaloidi, ecc.

Il metodo di estrazione
Dato che la quantità di principio attivo dipende dal metodo di estrazione diventa quindi di fondamentale importanza capire quali sono i principali metodi di estrazione (altresì denominate forme galeniche). Alcuni di questi metodi sono l’estratto secco, l’estratto fluido, la polvere, la tintura madre, i macerati glicerici, la sospensione integrale di pianta fluida, la tisana, ecc. Alcuni di questi li avremmo sentiti sicuramente nominare. E’ importante notare che spesso solo una di queste forme galeniche potrebbe contenere il principio attivo della pianta / erba che a noi interessa: le altre forme galeniche conterranno altri principi attivi. Quindi assumere la tintura madre di una determinata pianta non è spesso equiparabile ad assumere l’estratto secco titolato della medesima. E’ fondamentale inoltre capire quale parte della pianta si sta assumendo perchè, per esempio, le foglie potrebbero possedere un principio attivo che le radici non hanno. Un altro aspetto essenziale è sicuramente quello relativo alla titolazione e standardizzazione di un determinato principio attivo contenuto nella pianta: gli studi comprovano spesso che solo una determinata quantità di principio attivo fornisce uno specifico effetto sull’organismo. La titolazione e la standardizzazione stanno a significare proprio questo: l’azienda produttrice garantisce che un determinato prodotto possiede, per ogni compressa/capsula un certo quantitativo di estratto della pianta e che in quel quantitativo vi è una determinata percentuale di quello specifico principio attivo. Un esempio per capire meglio potrebbe essere dato dal famoso Ginkgo (Ginkgo biloba L.): questa pianta è stata oggetto di parecchi studi che hanno stabilito che gli effetti voluti si hanno soltanto assumendo una posologia media di 120-240 mg/giorno, titolata al 24% in flavonoidi nonchè al 6% in derivati terpenici. Ecco perchè molto spesso si sente dire “Ho assunto il tale prodotto a base di Gnkgo, ma non ho avuto alcun effetto”.. al che si potrebbe sicuramente obiettare “Il prodotto che ha assunto era standardizzato e titolato nei quantitativi corretti?”

E’ quindi consigliato il fai da te?
La complessità della materia che professionisti quali  gli erboristi e i naturopati ben conoscono, in base anche a quanto sopra riportato, fanno facilmente comprendere come possa essere sconsigliato e controproducente, nonchè talvolta pericoloso, l’utilizzo fai da te dei prodotti naturali. Questo discorso non vale solo per le erbe e le piante, ma anche per gli integratori vitaminici e minerali: determinate quantità di vitamine / minerali possono avere effetti terapeutici: per esempio la vitamina E a determinate dosi svolge un importante effetto anticoagulante... quindi cosa accadrebbe se assumessimo una certa dose di vitamina E associata a farmaci anticoagulanti? Cosa accadrebbe se utilizzassimo, poi, la vitamina E in associazione con erbe e piante che producono il medesimo effetto? Correremo sicuramente il rischio concreto di far iniziare emorragie.  E’ sempre d’obbligo, pertanto, rivolgersi ad un professionista esperto che sappia consigliare al meglio il proprio cliente sul quantitativo e tipo di prodotto da assumere, dopo aver effettuato gli opportuni studi nel settore.  Non bisogna quindi certo giocare con la propria salute ed interpellare comunque sempre il medico in caso di presenza di patologie.
(Tratto d Naturopatia Online)

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